Pubblicata la Lettera Apostolica “Misericordia et misera”
A conclusione del Giubileo della Misericordia.
Domenica scorsa al termine della messa di conclusione del Giubileo della Misericordia papa Francesco ha firmato la lettera apostolica che chiude il Giubileo stesso, “Misericordia et misera”.Il titolo riprende l’espressione che Sant’Agostino utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera. Il testo è un incoraggiamento a proseguire la strada del perdono e offre chiare linee pastorali. “È questo il tempo della misericordia”, scrive il Pontefice. “È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l’indifferenza, scoprono l’essenziale della vita. È il tempo della misericordia – conclude – perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé”.Il sacramento della riconciliazione al centro della vita cristiana“Il Sacramento della Riconciliazione - scrive Francesco - ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana; per questo richiede sacerdoti che mettano la loro vita a servizio del “ministero della riconciliazione” (2 Cor 5,18) in modo tale che, mentre a nessuno sinceramente pentito è impedito di accedere all’amore del Padre che attende il suo ritorno, a tutti è offerta la possibilità di sperimentare la forza liberatrice del perdono”.
Sul peccato di procurato abortoPer questo il Santo Padre prolunga una decisione stabilita nella Bolla di indizione del Giubileo, “Misericordiae Vultus”, l’assoluzione del peccato di procurato aborto: “Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”, scrive il Pontefice, che con tutte le sue forze ribadisce “che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente”.Ai sacerdoti: preparatevi al ministero della confessioneAi sacerdoti, il Vescovo di Roma rinnova invece l’invito “a prepararsi con grande cura al ministero della confessione, che è una vera missione sacerdotale”. “Vi chiedo di essere accoglienti con tutti – raccomanda il Papa – testimoni della tenerezza paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell’aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo con pazienza”.Prosegue l’impegno dei Missionari della MisericordiaSul tema della riconciliazione, papa Francesco si dice grato a tutti i Missionari della Misericordia – ovvero i sacerdoti che durante il Giubileo hanno potuto assolvere i peccati riservati alla Sede Apostolica – e stabilisce che tale ministero straordinario “non si conclude con la chiusura della Porta Santa”, esprimendo il desiderio “che permanga ancora, fino a nuova disposizione, come segno concreto che la grazia del Giubileo continua a essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace”.
Una Giornata mondiale dei PoveriNel cuore della Lettera Apostolica trovano posto poi i poveri, alla luce anche del ‘Giubileo delle persone socialmente escluse’ celebrato a novembre. Per loro il Papa indice la Giornata mondiale dei Poveri da celebrare in tutta la Chiesa la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, “come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario”. Sarà essa “la più degna preparazione per vivere la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il quale si è identificato con i piccoli e i poveri e ci giudicherà sulle opere di misericordia”.Nelle comunità una domenica dedicata alla bibbia“La Bibbia è il grande racconto che narra le meraviglie della misericordia di Dio - sottolinea Francesco -. Ogni pagina è intrisa dell’amore del Padre che fin dalla creazione ha voluto imprimere nell’universo i segni del suo amore”. Per questo “sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo”.L’attenzione alla famigliaIn un momento di “crisi” come il nostro, la “forza consolatrice” deve andare prima di tutto alle “nostre famiglie”, le cui situazioni vanno valutate da parte del sacerdote con “un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante perché chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunità ed essere inserito in quel Popolo di Dio che, instancabilmente, cammina verso la pienezza del regno di Dio” La via della carità per le comunità“Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata”. Il Papa fa risuonare le parole pronunciate durante la messa di chiusura del Giubileo, quando addita a tutta la comunità cristiana la “via della carità”: “Le nostre comunità si aprano a raggiungere quanti vivono nel loro territorio perché a tutti giunga la carezza di Dio attraverso la testimonianza dei credenti”. La tentazione di fare la “teoria della misericordia” si supera “nella misura in cui questa si fa vita quotidiana di partecipazione e di condivisione”.
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