Quattro progetti “nostri” che aiutano la crescita delle popolazioni più poveri
Suhan Checuz, Ottorino Saccon, Giuseppe Da Re e don Domenico Salvador.
“Aiutiamoli a casa loro”. Uno slogan che sentiamo ripetere spesso di questi tempi. Nel territorio della nostra diocesi vi sono diverse persone - pensiamo solo ai missionari -, gruppi e associazioni che si impegnano per permettere alle popolazioni del Terzo Mondo di migliorare le proprie condizioni di vita nei propri Paesi.
Nel Primo piano del nuovo numero dell'Azione raccontiamo quattro esperienze in cui si coniugano conoscenze e competenze tecniche, inventiva e una grande dose di solidarietà: Watly, azienda neonata con radici nel Nord-Est, sta progettando e costruendo un innovativo purificatore a energia solare; tra i fondatori dell'azienda Suhan Checuz, ventisettenne di Soligo. Ottorino Saccon, di Bocca di Strada, da più di dieci anni costruisce “concentratori solari”, meglio conosciuti come cucine solari, che consentono di cuocere i cibi e pastorizzare l’acqua grazie all’energia del sole.
Nel 2015 Giuseppe Da Re, titolare della nota azienda dei Bibanesi, ha realizzato una confezione dei propri prodotti a tiratura limitata per sostenere l'ambizioso progetto “Slow food for Africa - 10.000 orti per coltivare il futuro”: l’avvio di 10 mila orti comunitari o scolastici.
All’inizio del 2009, al sacerdote diocesano don Domenico Salvador, allora missionario in Brasile ad Àguia Branca, venne un'idea: un concorso municipale del miglior orto familiare. 67 famiglie vi parteciparono. Da allora tante altre famiglie hanno iniziato a coltivare l'orto e Àguia Branca da importatori di prodotti ortofrutticoli è diventato esporatore.
Federico Campodall'Orto
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