REGIONE: cassa integrazione anche per i dipendenti delle scuole, dei nidi e delle strutture educative paritarie delle Ipab
Domande dal 22 maggio
Anche i dipendenti delle scuole, dei nidi e delle strutture educative paritarie delle Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) avranno diritto alla cassa integrazione in deroga per far fronte ai periodi di sospensione dell’attività lavorativa imposta dall’emergenza sanitaria Covid-19. Lo prevede la Giunta regionale del Veneto che, su iniziativa dell’assessore al lavoro Elena Donazzan. “Dopo aver registrato le preoccupazioni delle Ipab del Veneto, e in particolare della Spes di Padova che è la più grande Ipab in Italia per i minori, e di alcuni sindaci a partire dal primo cittadino di Grumolo delle Abbadesse, che avevano riscontrato una mancanza di copertura in tutti gli strumenti previsti dal governo – spiega Donazzan – la Giunta regionale si è fatta carico di garantire gli ammortizzatori sociali anche a questa particolare categoria di lavoratori, sinora ignorati dai vari decreti legge governativi emergenziali Un problema principalmente veneto, che ha visto il coinvolgimento del settore sociale e della collega Manuela Lanzarin e che ha trovato copertura nelle scelte di bilancio proposte dal vicepresidente Gianluca Forcolin”. “Nel territorio regionale sono una cinquantine le scuole gestite da Ipab – chiarisce l’assessore Donazzan - che svolgono attività privata nel campo dell'educazione ed dell’istruzione, offrendo servizi educativi per i bimbi da 0 a 3 anni, scuole dell'infanzia da 3 a 6 anni, scuole primarie da 6 a 11 anni, scuole secondarie di primo grado da 11 a 14 anni, nonché servizi socio-educativi, come il doposcuola. Gli interventi previsti dal decreti legge del governo per il sostegno al reddito e all’occupazione per il periodo di lockdown sono rivolti solo alle imprese private, e non a quelle pubbliche. Così educatori, insegnanti e operatori dei nidi, delle materne e delle scuole gestite dalle Ipab si sono ritrovati senza lavoro e senza stipendio da fine febbraio, nonché senza ammortizzatori sociali. La Regione Veneto, in considerazione anche della significativa presenza di queste istituzioni nel proprio territorio e degli importanti servizi socioeducativi offerti, ha deciso di attingere dal Fondo regionale di sostegno al reddito (previsto nella legge sul lavoro della Regione Veneto) 7 milioni di euro per aiutare le Ipab ad assicurare ai propri dipendenti una copertura economica e il mantenimento del posto del lavoro. Ci facciamo carico, con risorse nostre, dell’esclusione del governo”.
In base al provvedimento approvato dalla Giunta, le Ipab interessate hanno 20 giorni di tempo, a partire da venerdì 22 maggio, per presentare alla Direzione Lavoro della Regione Veneto le domande di sostegno al reddito, in ragione del numero dei dipendenti. Il sostegno regionale al reddito coprirà sei mesi, da marzo ad agosto, per un importo massimo mensile lordo di 1600 euro per dipendente.
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