Lo scorso 17 ottobre si è tenuta la XVI Giornata Mondiale contro l’ipertensione arteriosa, istituita per favorire una maggiore consapevolezza del rischio associato alla malattia ipertensiva, una più diffusa consuetudine al periodico monitoraggio dei valori pressori ed una maggiore aderenza dei pazienti alla terapia antipertensiva.
La malattia ipertensiva rappresenta in Italia il più rilevante fattore di rischio per infarto miocardico e/o cerebrale (prime due cause di morte nella nostra penisola), scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica e/o fibrillazione atriale.
Più del 30% della popolazione italiana adulta è affetta da ipertensione arteriosa, con percentuali ampiamente superiori nelle fasce più avanzate di età e quasi il 10% tra bambini ed adolescenti che risultano già ipertesi. Sebbene nella maggior parte dei casi l’ipertensione arteriosa risulti controllata dalla terapia, circa il 35% degli italiani ipertesi presenta – malgrado la terapia – valori pressori superiori a 140/90 mmHg. Almeno il 30% degli italiani, inoltre, è iperteso, ignorando del tutto di esserlo.
Come indicato dai dati OSMED, infine, l’aderenza e persistenza in terapia antiipertensiva rappresentano un problema nel problema: di 100 compresse di farmaco antiipertensivo, con ampie differenze tra classe e classe di farmaci e farmaci in combinazione fissa oppure estemporanea, i pazienti italiani ne assumono mediamente 60-70. Questo, ovviamente, con importanti ripercussioni sul controllo pressorio e la spesa sanitaria.
Al Ca’ Foncello è attivo, dal 2005, l’ambulatorio dell’Ipertensione Arteriosa della 1º Medicina, diretto dal prof. Marcello Rattazzi, con cui collaborano la dr.ssa Roberta Buso, la dr.ssa Chiara Nardin e il dr. Matteo Leoni. L’ambulatorio è rivolto a pazienti con sospetta ipertensione arteriosa secondaria, giovani ipertesi e pazienti affetti da ipertensione arteriosa di difficile controllo nonostante la terapia plurifarmacologica. L’età media dei pazienti che accedono all’ambulatorio è 45-50 anni. Vengono effettuate circa 200 prime visite e 500 controlli all’anno.
L’accesso all’ambulatorio avviene tramite Cup (Centro unico prenotazioni) con impegnativa del Medico di medicina generale.
A partire da marzo 2020, per fronteggiare l’emergenza coronavirus e ridurre l’accesso all’Ospedale, è attivo un servizio di “gestione smart” dedicato ai pazienti ipertesi afferenti all’Ambulatorio dell’ipertensione arteriosa. Tale organizzazione si è resa necessaria per continuare a seguire a domicilio i pazienti affetti da malattie cardiovascolari, durante i mesi dell’emergenza. Attualmente è attivo un indirizzo mail con il quale i pazienti possono confrontarsi con gli specialisti dell’Ipertensione Arteriosa per ricevere consigli e chiarimenti. L’iniziativa è stata ben accolta dall’utenza e ha consentito di gestire numerosi pazienti attraverso questa modalità senza necessità di recarsi in ospedale.