SANITÀ: il sindacato degli infermieri contro l'istituzione dell'assistente infermiere
Un passo indietro che non risolve la mancanza di 5.500 professionisti in Veneto
In Veneto mancano più di 5.500 tra infermieri e operatori sociosanitari (Oss), indispensabili per garantire servizi assistenziali essenziali in ospedali, centri servizi e assistenza domiciliare sul territorio. In questo contesto drammatico, «l’istituzione dell’assistente infermiere - secondo Nursing up, sindacato degli infermieri - rischia di essere un pericoloso passo indietro. Si pensa, con un colpo di spugna, di trasformare una parte degli Oss in assistenti infermieri, ma di fatto senza andare ad aumentare il numero di professionisti e senza agire sulle cause dell’emorragia di personale che abbandona la sanità pubblica».
«Il problema è stato affrontato partendo dalla coda anziché dalla testa - puntualizza Guerrino Silvestrini, referente regionale Nursing Up Veneto -. Prima si sarebbe dovuto agire con provvedimenti per il riconoscimento professionale ed economico dell’infermiere, e poi ragionare sulle figure di supporto all’attività infermieristica. L’assistente infermiere non rappresenterà una soluzione alla carenza di personale infermieristico, ma solo un preoccupante autogol per la qualità dell’assistenza sanitaria».
«Abbiamo il fondato timore che si verifichi un’erosione delle funzioni infermieristiche, creando confusione nei ruoli, nelle responsabilità e nei compiti, con un aumento del rischio clinico a discapito del paziente» prosegue il segretario regionale Silvestrini. «Non permetteremo che l’infermiere, laureato e altamente qualificato, venga via via sostituito dall’assistente infermiere, una figura “low-cost”, meno formata e meno qualificata, che alla fine non garantirebbe un risparmio economico, ma certamente influirebbe in modo negativo sulla sicurezza di lavoratori e pazienti» rileva Nursing Up Veneto.
Pur riconoscendo l’importanza del supporto all’assistenza, se si analizza l’elenco delle attività previste per l’assistente infermiere, emergono non poche perplessità. Si fa riferimento alla collaborazione di questa nuova figura con l’infermiere e alla supervisione di quest’ultimo, ad esempio per il rilevamento dei parametri vitali del paziente, ma anche per attività assistenziali a carattere sanitario quali medicazioni, somministrazione della nutrizione con sondino, preparazione di terapie da far assumere. «Riteniamo che questo tipo di inquadramento sia uno stratagemma per arrivare a un’ampia sostituzione degli infermieri attraverso un impiego improprio degli assistenti infermieri, anche in attività che eccedono la loro formazione, nel nome del risparmio e a svantaggio dell’utenza, oltre ad accrescere il rischio di contenziosi per attività improprie eseguite senza assunzione di responsabilità» aggiunge il referente Nursing Up.
Il sindacato degli infermieri ritiene che occorra puntare prioritariamente sulla valorizzazione degli infermieri, migliorando le condizioni lavorative attraverso un incremento retributivo degno di questo nome e un maggiore riconoscimento della professionalità, implementando la pratica infermieristica avanzata con la prescrizione di presidi sanitari: «Ben venga - concludono - anche il consolidamento del ruolo dell’Oss, definendone la cornice delle competenze e rispettandone le specifiche attività. Vanno inoltre favoriti ad ampio raggio gli investimenti nella formazione, incoraggiando i giovani nell’accesso ai corsi di laurea, sgravando le famiglie con esoneri dalle tasse universitarie e creazione di tirocini retribuiti e favorendo l’inserimento lavorativo post-laurea».
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