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SOCIETÀ: i giovani espatriati sono più felici

Dalle indagini di Fondazione Nord Est

SOCIETÀ: i giovani espatriati sono più felici

Dalle indagini di Fondazione Nord Est sui giovani italiani che emigrano dalle regioni settentrionali emerge che gli "expat" danno grande importanza alla meritocrazia e vanno all’estero in cerca di opportunità di lavoro migliori, perché nelle imprese italiane non trovano atmosfera piacevole, equilibrio vitalavoro e retribuzione congrua.

I giovani espatriati sono più felici e hanno più fiducia in se stessi e nel futuro

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Occhiali con lenti rosa oppure grige: il colore cambia se a indossarli sono i giovani italiani espatriati o i giovani che sono rimasti nell’Italia settentrionale. Infatti, quasi nove giovani expat su dieci ritengono che il futuro sia frutto del proprio impegno e sette su dieci che sarà felice e ricco di opportunità; infine, due su tre ritengono che sarà migliore. Quote che cadono nettamente se a rispondere sono i giovani rimasti a vivere al Nord: meno di sei su dieci credono che il futuro dipenda dal loro impegno e comunque meno di cinque su dieci pensa che sarà felice e solo tre su dieci che sarà ricco di opportunità.

Se l’incertezza è il tratto comune a tutti i giovani (sebbene un po’ più presente tra chi è rimasto in Italia), i timori sono più diffusi tra quelli che abitano nel Settentrione d’Italia che tra i giovani expat: tre su dieci vedono il domani come pauroso, contro due su dieci tra gli expat; e due su dieci che sarà povero e senza lavoro, contro nemmeno uno su dieci tra gli expat. Cambiano nettamente anche le opinioni sul futuro sia dell’Italia, vista peggio da chi è andato via (il 59% ritiene che evolverà negativamente, contro il 48%), sia dell’Europa, che gli expat pensano sarà migliore (37%, contro 24% tra i residenti nel Nord del Paese)

Se pensa all'Italia, come sarà il futuro rispetto ad oggi? Val. %

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E se pensa al futuro dell'Europa? Val. %

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Fonte: Fondazione Nord Est

Chi va via vuole il premio al merito, mentre per chi resta conta meno
Chi va via si ri-mette in gioco, e sa che altrove sono nettamente più elevate le possibilità di dimostrare il proprio valore e di ricevere in cambio il meritato riconoscimento. Infatti, nelle opinioni degli expat e dei “rimasti” è molto diversa la considerazione circa il merito.

Saldo di opinione rispetto alla meritocrazia come motivazione per tornare/restare in Italia rispetto al restare/trasferirsi all’estero. Val. % al netto delle non risposte

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Fonte: Fondazione Nord Est

Tra chi è espatriato l’85% pensa che la meritocrazia sia minore in Italia rispetto agli altri paesi avanzati dove è andato, contro appena il 54% tra i residenti nel Nord Italia. Così per i primi la carenza di meritocrazia è stata forte ragione per andarsene.

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