GIORNATA DEI POVERI: in Italia gli indici di povertà assoluta non sono mai stati così alti
Intervista ad Antonio Russo
“In Italia sono 5,7 milioni le persone e 2,2 milioni le famiglie che vivono in condizione di povertà assoluta. È stato certificato che nel nostro Paese gli indici di povertà assoluta non sono mai stati così alti”. Lo afferma Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà in Italia, che in occasione della Giornata mondiale dei poveri (domenica 17 novembre), analizza la situazione dei poveri nel nostro Paese. I dati che l’Istat ha recentemente diffuso dicono che l’8,4% delle famiglie italiane e il 9,7% delle persone si trova in una condizione di povertà assoluta; e non arretra neppure la povertà relativa, che oggi coinvolge oltre 1 famiglia su 10, ovvero 8,5 milioni di individui. Numeri che sono “esplosi” rispetto a quelli che caratterizzavano la società italiana quando, alla fine del 2013, è nata l’Alleanza contro la povertà.
Come si è sviluppato il fenomeno della povertà nel nostro Paese nell’ultimo decennio?
«Una decina di anni fa, con la quarantina di associazioni che hanno dato vita all’Alleanza contro la povertà, ci siamo accorti che qualche cosa stava cambiando nel Paese: il livello di povertà assoluta – anche se stanno purtroppo aumentando le situazioni di povertà relativa – si stava lentamente incrementando. E ci abbiamo visto giusto. L’alleanza trasversale tra sindacati, associazioni, movimenti e organizzazioni che si occupano di povertà a vario titolo, riuscì già allora ad individuare un fenomeno che nel tempo avrebbe assunto la tendenza a cronicizzarsi, come sta purtroppo accadendo ai nostri giorni. I dati, che sono sempre inequivocabili, ci dicono che dal 2013 ad oggi il livello di povertà assoluto è triplicato».
In che modo si è modificata la povertà in questi anni? Qual è il profilo del povero italiano oggi?
«Le forme della povertà, le sue declinazioni sono cambiate e stanno ancora mutando. Oggi siamo di fronte anche a forme di povertà molto insidiose. Pensiamo ai 1.300.000 bambini che vivono sotto la soglia della povertà assoluta e che hanno problemi di povertà educativa: è la condizione che mi spaventa di più perché riguarda minori che oggi non solo non si nutrono come dovrebbero ma non vanno neanche a scuola. Eppure anche loro rappresentano il futuro di questo Paese; e se non vengono messi nelle condizioni di crescere bene, probabilmente, un domani saranno dei cittadini dimezzati. Poi ci sono nuove forme di povertà sanitaria e farmaceutica, con un crescente aumento delle persone che non si curano o non si sottopongono a visite o esami di controllo perché non possono permetterselo. Inoltre, c’è un problema di povertà alimentare, fenomeno che nel nostro Paese avevamo quasi dimenticato. Le Acli, organizzazione dalla quale provengo, nel secondo dopo guerra in un’Italia che aveva bisogno di essere ricostruita si preoccupò anche di povertà alimentare, perché a quell’epoca il problema era notevole. Mai ci saremmo aspettati, dopo ottant’anni, di dover tornare ad occuparci di povertà alimentare provvedendo a raccogliere cibo, come fanno anche altre organizzazioni, per aiutare le persone indigenti. Mi pare evidente che abbiamo davanti a noi un quadro scomposto di povertà che avanzano; il volto della povertà in questi anni è cambiato e si è certamente aggravato».
Alberto Baviera (AgenSir - la versione integrale dell'intervista nel sito www.agensir.it)
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