TREVISO: Cgil, il sistema di controlli in azienda non funziona
Chiesto un forte potenziamento dello Spisal
“Le tragiche morti e gli infortuni sul lavoro di questi mesi puntano nuovamente il riflettore su un sistema di controlli drammaticamente zoppo: in cronico sottorganico e disfunzionale nell’operatività”. A puntare il dito è Marta Casarin, segretaria generale della FP CGIL di Treviso.
“I dati forniti dall’Inail ogni anno in materia di denunce di infortuni e di morti sul lavoro sono impietosi, ma ciononostante si continua a non investire a sufficienza sui dipartimenti di prevenzione e su massicce assunzioni di tecnici della prevenzione. Anche il concorso preannunciato dall’Azienda Zero andrà a malapena solo a coprire i pensionamenti, arrivando a meno 18 tecnici della prevenzione a livello regionale, almeno a meno 4 per la sola ULSS 2”.
“In provincia – tira le somme la segretaria generale della FP CGIL – contiamo oggi 19 tecnici Spisal assegnati sul territorio (di fatto 18) dei 75 tra Spisal, Sian, Sisp e Svet. Metà di questi, ovvero 9, sono impiegati a supporto logistico nei centri vaccinali, mentre gli altri 9 svolgono ispezioni nei luoghi di lavoro affiancati da personale del dipartimento di prevenzione non adeguatamente formato a tale specifica mansione. E di fatto – aggiunge Marta Casarin – le verifiche ispettive si riducono a controlli in relazione all’applicazione della normativa anti-contagio. Per di più – sottolinea Casarin – vige il principio di rotazione dell’organico che può così essere impiegato nelle ispezioni Spisal per un paio di giorni una settimana e ritornare a svolgere quella funzione anche a distanza di 15 giorni, determinando un fortissimo rallentamento delle pratiche assegnate all’ispettore”.
“Questa fotografia è rappresentativa del disimpegno della Giunta Regionale del Veneto su questo fronte, anche dopo che nel 2018 firmando un protocollo con le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative si era impegnata a investire risorse e incrementare attraverso le assunzioni i tecnici della prevenzione da destinare alla Spisal. Se dopo un decennio di crisi economica e di stagnazione nell’occupazione i numeri di morti e infortuni sono ancora così drammaticamente alti, possiamo immaginare che con la possibile ripresa legata anche al Recovery Plan il rischio di incremento nei numeri salirà ulteriormente. Considerando che è proprio nei settori a maggiore incidenza di infortuni che si riverserà una cospicua parte di risorse – afferma ancora la sindacalista”.
“Serve sin da subito strutturare meglio il servizio di controllo ispettivo e investire, quanto prima, per assegnare le ULSS di nuovi tecnici della prevenzione Spisal, con formazione specifica e dotazioni maggiori di quelle oggi presenti e assolutamente insufficienti a implementare interventi in materia di sicurezza nei posti di lavoro – conclude Casarin –. Così come serve nel prossimo futuro togliere ogni limite alla spesa e alle assunzioni e mettere il personale nelle condizioni di avere tutti gli strumenti necessari a poter esercitare la loro funzione”.
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