VENETO: M5S, dati allarmanti sul lavoro minorile
Il Veneto rientra infatti tra le 5 regioni con il maggior numero di under 19 occupati
“Il report sullo sfruttamento del lavoro minorile presentato oggi da Unicef Italia contiene dati allarmanti per la nostra regione, a partire dallo straziante primato nella classifica degli infortuni con esito mortale per i minorenni. Un dato che impone una riflessione profonda sul valore del lavoro e della sicurezza”. Così Erika Baldin (nella foto), capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, in una nota a commento del rapporto statistico “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”, elaborato sulla base di dati INAIL e INPS dal “Laboratorio di Sanità Pubblica per l'analisi dei bisogni di Salute della Comunità” dell'Università degli Studi di Salerno, e presentato oggi da UNICEF Italia in occasione della Giornata Internazionale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
“Le dimensioni e la qualità del lavoro minorile nella nostra regione sono preoccupanti. Il Veneto rientra infatti tra le 5 regioni con il maggior numero di under 19 occupati, al secondo posto con 155.987 ragazzi dopo la Lombardia (240.252). Secondo il report di UNICEF, inoltre, nel quinquennio 2017-2021 in Veneto sono state 39.810 le denunce di infortunio dei lavoratori sotto i 19 anni, dato che vede la nostra regione al terzo posto dietro Lombardia (76.942) ed Emilia Romagna (40.000). Infine, il Veneto rappresenta la prima Regione per infortuni con esito mortale, che a livello nazionale sono stati 74 in cinque anni, - sottolinea Baldin -. Un quadro nazionale che vede l'amento sia dei lavoratori minorenni, sia delle denunce di infortunio tra gli stessi, il Veneto si conferma ancora una volta un ‘caso’ nazionale per la scarsa sicurezza sul lavoro: un problema che non riguarda soltanto gli adulti, ma anche i minori”.
“Mi batto da sempre per cambiare le cose, a partire da quella ‘cultura della sicurezza’ che ancora stenta ad affermarsi nei luoghi di lavoro della nostra regione. Il Patto per la salute e la sicurezza sul lavoro, sottoscritto nel 2018 dalla Regione assieme alle parti sociali, mostra ancora tutti i suoi limiti: le assunzioni di nuovi tecnici della prevenzione per gli SPISAL veneti promesse dalla Regione non si sono ancora viste, mentre continua ad allungarsi la scia di sangue nei luoghi di lavoro” conclude Erika Baldin.
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