VENETO: Pd, “Stipendi personale sanitario, 50 milioni di euro in più non sono riconoscenza, ma piccolissimo passo avanti”

"Zaia parla di atto di riconoscenza nei confronti del personale sanitario. Ma la verità è che quei 52 milioni di aumento triennale, stanziati l'altro giorno con il voto del Consiglio regionale, rappresentano solo un piccolissimo passo in avanti. Più che l'enfasi, servono ben altri segnali di attenzione”. Il commento è delle consigliere regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Vanessa Camani che aggiungono: “La riconoscenza vera consiste nel portare gli stipendi di chi opera nella sanità pubblica regionale almeno ai livelli della media italiana, se non europea, visto che in fatto di spesa per il personale siamo tra gli ultimi. Riconoscenza è attingere risorse fuori dal Fondo sanitario perché altrimenti si tratta solo di uno spostamento di finanziamenti che porta, come effetto contrario, a diminuire ulteriormente le assunzioni, che già vedono il Veneto a tassi di personale dipendente pari a 13,1 ogni 1.000 abitanti (fonte: 7mo rapporto Gimbe sul SSN) e dunque a metà classifica tra le regioni. Senza dimenticare i riflessi sulla riduzione delle ferie e sul mancato alleggerimento dei turni. Dobbiamo aumentare subito gli investimenti per il personale dipendente del sistema pubblico, con un incremento di 320 milioni di euro, pari al 10% della spesa effettuata dal Veneto nel 2023: questa sarebbe riconoscenza autentica. Tutto questo si cala in uno scenario nazionale dal quale emerge che nei prossimi anni gli aumenti di risorse del Fondo Sanitario Nazionale (che raggiungerà i 136,5 miliardi di euro nel 2025, 140,6 miliardi nel 2026 e 141,1 miliardi nel 2027) verranno assorbiti dai rinnovi di contratti già scaduti del personale sanitario. Senza lasciare spazio al Piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri e all'abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario. Ragione per cui è indispensabile moltiplicare lo sforzo da parte del Veneto se davvero si vuole difendere e garantire la sanità pubblica”.