VENETO: calo degli alunni, è come se scomparisse l’intera vallata della Valbrenta
Solo per la primaria meno 3.295 iscritti
“È come se scomparisse l’intera vallata della Valbrenta e, oramai da un decennio, in Veneto scompare una vallata all’anno. Continua, purtroppo, questo dato drammatico della denatalità che si manifesta in tutta la sua evidenza nelle iscrizioni ai primi anni della scuola dell’obbligo. Quest’anno tra scuola primaria e secondaria in Veneto si segna un meno 7.142 iscritti al primo anno, solo per la primaria meno 3.295”.
Così l’Assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Elena Donazzan commenta i dati relativi alle iscrizioni alle classi prime per l’anno scolastico 2022/23 diffusi nei giorni scorsi dall’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, che confermano il trend in diminuzione delle iscrizioni. Sono 35.442 gli iscritti al primo anno della primaria, con una differenza negativa rispetto all’anno precedente di 3.295 alunni, 41.973 alla secondaria di primo grado con un meno 3.202 su base annuale e 41.546 alla secondaria di secondo grado, con un dato negativo di 644 iscritti. In totale si tratta di 7.141 iscritti in meno rispetto all’anno scolastico in corso.
“Ogni anno, da oltre un decennio, è un bollettino che declina in concreto cosa implica il drammatico fenomeno della denatalità nella nostra regione – precisa ancora Elena Donazzan -. Nemmeno gli immigrati stranieri, che fino a qualche anno fa, incidevano positivamente sul saldo delle nascite e delle iscrizioni alle nostre scuole ora sembrano più incidere sul trend e sembra si siano adeguati alla tendenza negativa del Veneto e dell’Italia tutta”.
I numeri di maggiore impatto rispetto alla diminuzione degli iscritti alla scuola primaria si registrano nelle province di Verona (-819), Treviso (-725) e Padova (-567), ma andando a vedere le percentuali Rovigo evidenzia il trend più negativo (-12,6%), seguita da Verona (-10,3%) e Treviso (-9,8%).
“Senza nuovi nati non possiamo pensare alla sostenibilità – conclude l’Assessore Donazzan -. La sostenibilità sociale non è solo quella legata al green, ma anche della tenuta economica di una comunità. Più di altre nazioni l’Italia sconta, soprattutto in occasione delle attuali emergenze, la capacità di vedere e programmare. Oggi non è più rinviabile una iniziativa forte a sostegno alla vita, alla maternità e alla famiglia”.
(fonte: comunicato stampa)
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