VENETO: mancano all’appello 13 milioni di prescrizioni mediche
Per Bigon e Zanoni, sanità al "collasso" dopo la pandemia
“I dati sono regionali, dunque non frutto dell'invenzione. E dicono che, se nel 2019, in era pre-Covid, le visite e gli esami effettuati sono stati 17 milioni, questa cifra è scesa a 16 milioni nel 2022, dunque in post pandemia. Contemporaneamente le prescrizioni mediche che erano sotto i 25 milioni nel 2019, sono balzate a 29 milioni nel 2022. Tanto basta per disegnare un quadro disastroso: mancano all'appello 13 milioni di prescrizioni mediche che i cittadini non hanno potuto effettuare nel pubblico o quantomeno nel privato convenzionato. Vale a dire il 45% del totale. Una cifra enorme che stride con l'obbligo di garantire le prestazioni secondo i tempi previsti dal medico prescrivente (sancito anche dalla deliberazione della Giunta Regionale n. 320 del 12 marzo 2013) e che sta generando negli anni malattie, con costi altissimi a carico del sistema sanitario”.
A dirlo i Consiglieri regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni (nella foto), commentando "Il Monitoraggio sul Piano Operativo recupero liste d’attesa", aggiornato al 31 dicembre 2022 da parte della Direzione Programmazione Sanitaria della Regione Veneto. La Regione nel 2022 ha erogato 16 milioni di prestazioni l'anno, di cui 4,8 milioni nel privato convenzionato e 11,3 nel pubblico. La normativa (Decreto Legislativo 29 aprile 1998, n. 124, art. 3, comma 13) è chiara nel prevedere il rimborso delle prestazioni prescritte dal mmg, ma che non vengono erogate nei tempi previsti.
“I cittadini - concludono Bigon e Zanoni - hanno il diritto di effettuare le visite e, nel caso non fosse possibile eseguirle, deve essere attuata la normativa per cui la Regione predisponga i fondi necessari e le risorse umane per garantire queste prestazioni che sono a tutela della salute pubblica”.
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