“Questo provvedimento avrà un impatto negativo pesantissimo per le nostre montagne perché prevede tre categorie che potranno andare in deroga al divieto di circolazione dei veicoli a motore nelle strade silvopastorali. In cifre, si parla di ben 28.500 fuoristrada che potranno invadere i sentieri anche di alta montagna. Uno scenario contro il quale abbiamo espresso voto contrario e che sarà da scongiurare in ogni modo”. La presa di posizione è dei Consiglieri regionali del Partito Democratico Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, dopo la seduta della Seconda commissione, chiamata a dare il parere al Progetto di legge 189 (Modifiche e integrazioni alla legge regionale 31 Marzo 1992, n. 14 'Disciplina della viabilità Silvo-Pastorale').
“Presentato da nove consiglieri della Lega, primo firmatario Gianpietro Possamai che è presidente regionale di Federcaccia Veneto - spiegano i due Consiglieri - questo testo inserisce tre nuove categorie che possono andare in deroga: soggetti privati gestori della fauna selvatica, conduttori di cani da recupero, soggetti per il contenimento di specie invasive; in Commissione poi è stata respinta una nostra proposta di specificare nel dettaglio le attività delle tre nuove categorie di esentati. Nella scheda accompagnatoria della Giunta regionale emerge che sono 28 mila i soggetti esercenti l’attività venatoria, di cui 8 mila quelli che svolgono la caccia agli ungulati, ovvero cervi, caprioli, mufloni, camosci e cinghiali, cui si aggiungono altri 500 che utilizzano i cani da traccia, oltre a 20.000 per attività venatoria. Finora tutti questi soggetti hanno svolto il loro ruolo senza dover violare il divieto di circolazione a dimostrazione che questa è una legge marchetta”.
Secondo i due esponenti dem “è una legge che toglie potere decisionale ai sindaci che finora potevano decidere in merito e che crea categorie di cittadini di serie A e di serie B. Di fatto, se hai la licenza di caccia puoi violare il divieto, se invece vai a raccogliere funghi o fare birdwatching devi rispettare le norme di divieto di transito”.
“Già nella scorsa legislatura - concludono Zanoni e Bigon - questa norma venne affossata dalla sollevazione dei tanti cittadini contrari all’aumento del traffico nei sentieri di montagna. I cittadini che amano la montagna, chi ama il turismo sostenibile, il silenzio delle nostre montagne, la tranquillità, hanno il diritto di camminare in sicurezza e senza i fuoristrada dei cacciatori, perlomeno nei sentieri vietati”.