DIOCESI: cresime e prime comunioni, indicazioni del Vescovo
Le celebrazione fissate possono essere fatte
Alcuni parroci nelle cui parrocchie sono fissate in questo periodo le cresime o le prime comunioni, chiedono se tali appuntamenti debbano essere mantenuti o meno. In una comunicazione inviata dal vescovo Corrado Pizziolo ai parroci si danno le seguenti indicazioni.
"Tenuto conto: a) che anche l’ultimo DPCM (3 novembre) continua a prevedere la possibilità delle celebrazioni liturgiche alle condizioni ben note e che dalla CEI non sono arrivate nuove indicazioni; b) che, di conseguenza, risulta ino pportuno prendere noi (diocesi o parrocchie) la decisione generalizzata di non fare le celebrazioni; c) che dobbiamo, tuttavia, essere ben consapevoli della situazione di precarietà che stiamo vivendo;
diamo questo orientamento:
= Le celebrazioni fissate, fino a che non intervengano ordinanze che le proibiscano, vengano fatte. A meno che parroco e genitori non giungano insieme all’orientamento di procrastinarle.
= Per la celebrazione, non si superi assolutamente il numero di presenze possibili nelle varie chiese e ci si attenga scrupolosamente alle indicazioni di comportamento già conosciute.
= Deve essere ben chiaro ai genitori che “sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”
= Non si forzi la partecipazione alla celebrazione di quei bambini o ragazzi le cui famiglie non si sentissero, per ragioni di prudenza, di partecipare. In questa situazione è opportuno uscire dalla logica del “o tutti o nessuno”.
Si accetti pertanto senza difficoltà l’eventuale decisione di non celebrare il sacramento in questo tempo, rinviandone la celebrazione - per quei ragazzi - a tempi più sicuri.
NB. Qualcuno solleva l’obiezione: “Ma nel protocollo n. 1 è scritto che le cresime devono essere rinviate!”.Certamente. Però il protocollo n. 1 è del 7 maggio 2020. Successivamente sono intervenute altre precisazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico e della CEI (ad es. riguardo ai guanti, alle processioni, al cantori, ai familiari… e anche alla cresima).Leggendo bene il DPCM, ci si rende conto che esso fa riferimento a queste precisazioni successive al 7 maggio. Esso recita infatti:“Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal governo e dalle rispettive confessioni di cui agli allegati da 1, integrato con le successive indicazioni del comitato tecnico scientifico, a 7”. Circa la cresima (il cui rinvio era di esclusiva competenza della CEI e non del governo a cui non compete decidere cosa si celebra in chiesa) il 22 luglio la CEI indica la possibilità di celebrarla inviando a tutti i vescovi questa comunicazione che - informando dello stato dei colloqui con il Governo - afferma:“Non ci sono impedimenti a celebrare con dignità e sobrietà i sacramenti, a partire da quelli dell’iniziazione cristiana. Nella celebrazione del sacramento della Cresima, oltre ad assicurare il rispetto delle indicazioni sanitarie, in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando. Dal che si deduce senza ombra di dubbio che il rinvio è stato superato.Nella nostra diocesi inoltre, rispetto alla possibilità di crismazione suggerita (= batuffolo di cotone o salvietta) è stata preferita la modalità di igienizzazione della fronte del cresimando e della mano del celebrante".
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