DIOCESI: il Vescovo: "Apriamoci agli altri"

"La solennità di Pentecoste cade quest’anno in un momento tutto particolare, un momento che mai avremmo immaginato di vivere: una situazione di pandemia che da un lato ci ha rinchiuso nelle nostre case, volenti o nolenti, ma che dall’altro ci ha anche spinti ad uscire, virtualmente o fisicamente, per incontrare le altre persone, per ascoltarle, per rivolgere loro la nostra parola. Non sempre è stato facile. Come non sempre anche in tempi di normalità è facile aprirsi agli altri. Il momento dell’emergenza e della straordinarietà della situazione, fa emergere infatti quello che avviene anche nel tempo normale: c’è una certa paura nell’aprirsi agli altri". Con queste parole è iniziata la riflessione del vescovo Corrado alla veglia di Pentecoste lo scorso 30 maggio in cattedrale a Vittorio Veneto. "L’aver saputo superare la paura nel tempo della pandemia - ha continuato il Vescovo - indica la strada giusta anche per i tempi della normalità: va’ incontra l’altro, esci da te stesso per stabilire una relazione autentica e vera con lui. Mano a mano che le cose si riaprono, questo andare, questo uscire diventeranno sempre più necessari. È molto importante che facciamo crescere questa capacità di uscire da noi stessi e di andare verso gli altri. C’è infatti un tessuto umano fatto di relazioni interpersonali e comunitarie da ricostruire. Certo con prudenza e attenzione, ma anche con slancio, con impegno e generosità… Per certi aspetti potremmo dire che la crisi causata dalla pandemia ha creato anche delle occasioni per costruire relazioni buone tra noi. Mi riferisco - per fare un esempio - ad una bella esperienza vissuta qualche domenica fa: la festa degli Incontri e il San Giorgio che Agesci e Azione cattolica hanno celebrato insieme con un incontro molto bello che ha raggiunto bambini, ragazzi e giovani di tutta la diocesi. Io mi auguro che questa positiva esperienza possa continuare sempre di più nella crescita di relazioni ecclesiali fatte di conoscenza reciproca, stima e apprezzamento, collaborazione nelle forme possibili. Questo però non solo nella relazione fra le diverse associazioni e movimenti ecclesiali ma anche nei confronti di altre realtà associative o istituzionali che caratterizzano il nostro vivere civile".