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DIOCESI: il messaggio di Natale del vescovo Corrado

Mons. Pizziolo: "Facciamo della nostra vita un dono"

DIOCESI: il messaggio di Natale del vescovo Corrado

«Dio ha creato la terra e l’ha resa stabile; non l’ha creata come orrida regione, ma l’ha plasmata perché fosse abitata»: è questa la frase del profeta Isaia che abbiamo ascoltato qualche giorno fa a messa. Soffermandomi su queste parole, ho pensato che possa facilmente succedere che la terra - quella terra che tante volte ci appare così bella e meravigliosa - ci appaia, altre volte, come un’orrida regione. O perché devastata dalla violenza, dalle ingiustizie e dall’indifferenza, oppure perché rovinata dall’incuria e dal poco rispetto verso l’ambiente da parte di interi popoli o di singole persone.

È bello e consolante riascoltare le parole dell’antico profeta che ribadisce il progetto di Dio: egli vuole che la terra non sia un’orrida regione, ma che sia abitabile e abitata.

Proprio per manifestare pienamente questa sua intenzione e portarla a compimento, Dio ha inviato sulla nostra terra il suo Figlio tanto amato: «Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi». Rifacendoci alle parole del profeta, Gesù è venuto ad abitare in mezzo a noi per rendere la nostra terra abitabile e abitata nel modo giusto, cioè secondo il desiderio di Dio. È venuto a rendere la convivenza umana e le relazioni che la compongono sempre più autenticamente filiali, nei confronti di un Creatore che è padre fedele e affidabile, e insieme sempre più fraterne, nei confronti di ogni altro uomo e donna che abitano la nostra terra.

Il dono di questa nuova capacità relazionale con Dio e con gli uomini è alla base anche di un autentico rispetto verso quella “casa comune” che è la terra in cui abitiamo. In questi ultimi anni sta maturando una forte sensibilità ambientale, che ci viene ricordata anche da Papa Francesco nella Laudato si’. Ma, proprio in quella bellissima enciclica, il Papa ci ricorda che tale sensibilità rimane incompleta e sterile, se non viene accompagnata da quella fraternità e da quella capacità di farsi prossimo ad ogni uomo che Gesù ha vissuto e insegnato, a cominciare dalla sua nascita a Betlemme.

Davvero la nascita di Gesù a Betlemme è l’inizio di quella “ecologia integrale” che il Papa ci propone e che ci rende capaci di vedere nelle altre persone e nel creato dei doni da accogliere con gratitudine e riconoscenza e da vivere nel rispetto, nell’accoglienza e nella capacità di uscire da sé stessi per fare della propria vita un dono. Tutto questo comincia a realizzarsi nelle relazioni primarie che sono quelle familiari (di qui l’importanza fondamentale della famiglia, che papa Francesco indica come tema centrale per il nuovo anno), ma prosegue nelle relazioni più ampie che siamo chiamati a vivere, giorno dopo giorno, con tutti. Se vivremo così, “abitare la terra” non significherà vivere “in un’orrida regione”, dove la vita diventa un peso o una condanna, ma sarà una gioia e una festa da condividere come figli e da fratelli.

Care sorelle e fratelli, l’augurio che in questi santi giorni rivolgo a ciascuno di voi e, ovviamente, anche a me stesso, è che il Natale del Signore ci apra a questa prospettiva e ci aiuti a viverla, facendoci sperimentare quella pace che è dono del Signore, secondo le parole angeliche: «Pace in terra agli uomini amati dal Signore!».

+ Corrado, vescovo

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