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FESTA DEI SANTI: una radicale provocazione per ogni credente

Riflessione di don Paolo Cester

FESTA DEI SANTI: una radicale provocazione per ogni credente

La nuova settimana si aprirà con una delle feste più belle dell’anno liturgico: la solennità di tutti i Santi.
Ma credo sia giusto notare che, negli ultimi anni, questa festa ha perso molta della sua energia, della sua capacità di parlare al cuore dei credenti. E non credo sia colpa dell’invasione culturale (evidentemente priva di qualsivoglia giustificazione che non sia economica) di Halloween; forse il motivo è più profondo.
La solennità dei Santi rappresenta una radicale provocazione per ogni credente, una provocazione che potremmo sintetizzare nella domanda che ciascuno dovrebbe porsi: “Perché non posso anch’io essere santo?”. Una domanda che oggi sembra distante dal cuore dei credenti. Ma ancor più distante è la consapevolezza che il Vangelo stesso è una radicale provocazione alla nostra vita. È questa, forse, la perdita grave.
Se non si sente più nel Vangelo quella forza che mette in discussione la vita concreta, se l’appello alla conversione non è sentito come qualcosa che ci riguarda... allora come può provocarci la comune chiamata (vocazione) alla
santità? Essa, quindi, perde di significato non perché sentita come troppo impegnativa ma, peggio, perché sentita come cosa estranea!
Svuotata di questa provocazione, la vita del credente lascia dunque spazio ad ogni invasione, che sia Halloween o più banalmente le faccende della vita...
Ma l’antidoto a questa “anemia spirituale” sta proprio nel recupero della comune vocazione alla santità, che proprio la solennità del primo novembre potrebbe aiutarci a ricuperare.
Don Paolo Cester

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