FESTA DI SAN TIZIANO - il Vescovo: l'unità prevalga sulle tentazioni di separazione
In cattedrale il solenne pontificale
«La comunità cristiana può diventare il messaggero di pace, di concordia e non di separazione, di esclusione e di rifiuto reciproci, di aggressività cioè di quei sentimenti che oggi, purtroppo, vanno per la maggiore nel nostro vivere sociale e civile e che appesantiscono a volte anche le nostre comunità». Con queste parole il vescovo Corrado ha concluso l’omelia nella festa del patrono principale della diocesi, San Tiziano, il mattino di giovedì 16 gennaio in cattedrale a Vittorio Veneto.
«Durante l’episcopato di Tiziano avvenne - nel 616 – quell’episodio tremendo dell’uccisione di rappresentanti longobardi che erano stati invitati in città e poi terribilmente massacrati. Era un’epoca - bisogna riconoscerlo - di violenza. in cui anche i cristiani non si tiravano indietro, anzi. In che cosa consistette la testimonianza di fede esistenziale di Tiziano? Con le parole del prefazio potremmo dire che Tiziano ebbe fiducia - contro ogni apparente smentita - della forza creatrice dello Spirito Santo», ha spiegato mons. Pizziolo. Aggiungendo: «Di fronte ai contrasti, ai conflitti e alle contraddizioni della vita cristiana del tempo, Tiziano avrebbe potuto dire: “Qui non c’è proprio niente da fare! Qui non c’è strada per questa esperienza di chiesa! Divisa. Assediata da posizioni eretiche. Incoerente anche nei suoi membri che cedono anche loro alla tentazione della violenza”». Invece «Tiziano ebbe fede nella forza creatrice dello Spirito che rende feconda la chiesa anche se non è sempre una bella chiesa. Mi ha sempre colpito vedere che anche in epoche storiche tutt’altro che luminose, la Chiesa non ha mai smesso di far germogliare semi e frutti di santità. Questa constatazione deve aiutare e sostenere anche la nostra testimonianza di fede attuale, quella del vescovo, certamente, ma ovviamente quella di ogni prete, di ogni laico di ogni battezzato: fede nella forza creatrice dello Spirito che continua a rendere feconda la sua Chiesa anche in mezzo al succedersi di gravi avvenimenti che turbano il suo cammino».
La tentazione della divisione e della separazione – infatti – per il Vescovo «è sempre in agguato per una comunità cristiana. Ed è specialmente nei momenti in cui si succedono dei gravi avvenimenti che la voglia di separarsi si fa più forte e acuta. Addebitandosi reciprocamente, gli uni agli altri, la causa e la colpa del fatto che le cose non vanno bene come dovrebbero andare… Ebbene l’unità, la concordia, la comunione sono dei segni, dei tratti assolutamente caratteristici che contraddistinguono la comunità cristiana come voluta da Gesù. Sappiamo quanto egli abbia insistentemente pregato il Padre per l’unità di coloro che credono in lui. L’unità fra tutti cristiani, certamente, come pregheremo fra qualche giorno, ma anche l’unità di una chiesa locale».
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento