GMG 2023: il "diario di bordo" dei giovani dell'UP di Codognè
Sulla pagina Fb dell'Unità pastorale, per coinvolgere le rispettive comunità
Per coinvolgere le proprie comunità nell’esperienza che stanno vivendo, i giovani dell’Unità pastorale di Codognè che partecipano alla Gmg di Lisbona (nella foto, insieme a don Mauro Polesello) stanno scrivendo un “diario di bordo”: attraverso qualche foto e delle brevi note sulla pagina Facebook dell’Unità pastorale, aggiornano quotidianamente su come sta andando la Giornata mondiale dei giovani. Ecco di seguito i primi cinque giorni del diario che si protrarrà sino a lunedì prossimo!
GIORNO 1 - Ciao! Siamo i giovani dell’unità pastorale di Codognè che parteciperanno all’incontro con il Papa insieme a ragazzi provenienti da tutto il mondo in occasione della GMG di Lisbona. Oggi siamo atterrati all’aeroporto Lisbona-Portela e abbiamo subito trovato una meravigliosa accoglienza e un clima di festa. Siamo prontissimi a iniziare questa fantastica avventura, portando con noi le intenzioni e i messaggi che ci avete affidato nei mesi scorsi! A presto!
GIORNO 2 - Buongiorno a tutti, sono Veronica Battistuzzi e oggi vi racconterò il nostro secondo giorno. Come prima cosa, dopo il nostro risveglio nei sacchi a pelo, abbiamo fatto colazione insieme agli altri Pellegrini della Diocesi di Vittorio Veneto e abbiamo fatto un momento di preghiera comune. Il nostro gruppo parrocchiale poi, ha deciso di andare a visitare Sintra, città nei pressi dell’area metropolitana di Lisbona, nonché anche dichiarata patrimonio dell’Unesco. Nel pomeriggio dopo essere arrivati a Lisbona abbiamo riposato e avuto modo di vivere un momento di convivialità, conoscendo Pellegrini da tutto il mondo: il momento è continuato con la celebrazione della Santa Messa di apertura della GMG.
GIORNO 3 - La giornata di oggi è iniziata con la catechesi, incentrata sull'ecologia integrale: è stato un bel momento di riflessione per tutti. Subito dopo è stata celebrata la Santa Messa per tutti gli italiani che alloggiavano nella nostra stessa zona. Nel pomeriggio abbiamo svolto una veloce attività per conoscere alcuni compagni della diocesi. La giornata si è conclusa con la Festa degli Italiani, dove ci sono stati dei momenti di gioia, di preghiera, di musica e di testimonianza di alcuni ospiti sul palco, come Don Luigi Ciotti, Cristina Chirichella e Giusy Buscemi.
GIORNO 4 - Stamattina abbiamo partecipato alla catechesi: una riflessione, seguita da una condivisione in piccoli gruppi, su una pagina Vangelo di Matteo (l'episodio delle nozze di Cana) e su dei brani di Alessandro D'Avenia e di altri autori; poi abbiamo celebrato la messa. Dopo pranzo abbiamo trascorso un pomeriggio da turisti: siamo andati nel quartiere di Belem a visitare il monastero "dos Jeronimus" (dei Gerolamini), risalente al XVI secolo. Dopo una cena frugale siamo tornati presto all'alloggio, pronti per le prossime giornate, che ci aspettiamo saranno molto intense.
GIORNO 5 - Oggi la giornata è iniziata con un momento di preghiera per il nostro gruppo della diocesi di Vittorio, poi abbiamo raggiunto le altre diocesi italiane per iniziare la catechesi che oggi aveva come tema la misericordia. La catechesi ci ha introdotto al momento delle confessioni. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il centro di Lisbona dove abbiamo partecipato alla via crucis con il Santo Padre. Questa giornata in particolare ci ha permesso di entrare ancor di più in un clima di ascolto e incontro, ci ha permesso di entrare davvero nel vivo della GMG! A domani!
GIORNO 6 - Oggi è stato sicuramente il giorno spiritualmente più intenso di questa GMG. La nostra giornata è iniziata prestissimo per riorganizzare i bagagli. Alle 8, eravamo già in chiesa per celebrare la Santa Messa con il nostro vescovo Corrado che ci ha raggiunti a Lisbona ieri e oggi è venuto nel paese dove alloggiamo per salutarci e augurarci la miglior conclusione per questa GMG. Abbiamo poi salutato Caçem, il paese che ci ha ospitati in questi giorni, e i volontari che sono stati meravigliosi e sempre disponibili per ogni nostra esigenza.
Dopo aver raggiunto un punto abbastanza strategico di Lisbona con il treno, ci siamo incamminati per raggiungere il Campo da Graça, il luogo della veglia. La camminata è stata lunga e faticosa a causa del tanto caldo, ma per fortuna senza intoppi siamo riusciti a raggiungere subito il nostro posto all’interno del campo intorno alle ore 15.
Ci siamo accampati alla meglio per proteggerci dal sole di Lisbona e abbiamo aspettato l’inizio della veglia tra una partita a carte e qualche scambio di parole con gli altri pellegrini. La veglia è stata estremamente toccante, soprattutto il discorso di Papa Francesco che ci ha ricordato che tutti cadiamo: l’importante è rialzarsi e aiutare gli altri a rialzarsi. Che mai dobbiamo avere paura. Il nostro racconto di oggi termina qui, ora scusateci ma andiamo a festeggiare con i giovani del mondo!!!
GIORNO 7 - Le foto che abbiamo fatto oggi sono assolutamente reali: sembra di essere in Azerbaijan ma vi assicuriamo che siamo sulle rive di Lisbona.Al risveglio nel nostro accampamento rurale, in mezzo alla terra secca del Campo da Graça, ci siamo alzati dai nostri giacigli accompagnati da una musica che ci ha dato subito l’energia giusta per questa ultima giornata. Abbiamo partecipato alla Santa Messa presieduta da Papa Francesco, al termine della quale abbiamo iniziato la lunga camminata per raggiungere la corriera che ci avrebbe accompagnato a prendere il volo di ritorno.Ormai la nostra avventura sta per giungere al termine ma né il caldo torrido, né la sabbia, né le docce fredde ci hanno impedito di assaporare l’energia emanata dai 2 milioni di giovani provenienti dal tutto il mondo, riuniti nello stesso credo."Dio ama sempre tramite qualcuno" (Don Pino Puglisi).
GIORNO 8 - Di Lisbona ricorderò gli occhi e i sorrisi dei volontari che ci hanno ospitato e accudito, la bellezza dell’accogliere lo sconosciuto con gioia, del donare il proprio tempo gratuitamente per gli altri
Di Lisbona ricorderò le fatiche, le docce fredde, il secco a pelo, le attese per il cibo, tutto ciò che mi aiuterà ad accorgermi di quanto fortunata sia la mia vita di tutti i giorni e ad essere grata per le piccole cose
Di Lisbona ricorderò i ragazzi partiti con me coi loro sogni, i loro desideri e speranze, ricorderò la difficoltà nel rimanere uniti, muoversi insieme, aspettarsi, cercarsi ma anche la gioia di aver condiviso un’esperienza che in qualche modo segnerà la nostra vita
Di Lisbona ricorderò anche chi sarebbe voluto tanto essere lì con noi, ma è dovuto restare a casa, chi ci seguiva da lontano con la preghiera che unisce i cuori
Di Lisbona ricorderò le testimonianze, i discorsi del papa, i momenti di preghiera che ti toccano nel profondo del cuore ma anche i momenti che non ho assaporato a pieno, a causa del rumore, della stanchezza, della fretta, delle distrazioni: mi ricorderanno che il cammino non finisce qui, che a casa ci sarà ancora tanto da scoprire, ascoltare, condividere.
Di Lisbona mi ricorderò il vento. Un vento caldo, costante, insistente, che ti accompagna sempre, costringendoti ad alzarti, ad andare in fretta, ad avvicinarti alle persone per poter parlare ed ascoltare; il vento di Lisbona è così, non concede distrazioni: mentre tutto vola via, ti costringe a fare attenzione alle cose importanti, a tenerti stretto ciò a cui tieni davvero.
Ebbene sì, ora che sono a casa, ogni volta che sentirò il vento alzarsi, ripenserò a Lisbona e a tutto ciò che questa GMG ha significato per me. Grazie, Signore.
LA RIFLESSIONE DI DON MAURO POLESELLO - Cosa mi è rimasto nel cuore di questi giorni passati alla GMG con i nostri ragazzi dell’Unità Pastorale? Un ricordo…È venerdì, sta per iniziare l’attesissima Via Crucis col Papa. Dopo non poche fatiche riusciamo a raggiungere uno spiazzo in mezzo all’enorme, affollatissimo parco Eduardo VII. Mentre i ragazzi si sistemano sopra i teli blu io mi allontano per rispettare l’impegno di una confessione fuori tempo massimo. Quel mattino infatti non ero riuscito ad accogliere tutti i giovani che desideravano riconciliarsi, e mi ero messo d’accordo con una di loro di recuperare quel momento non appena fosse stato possibile. Tornato da questo bellissimo e intenso incontro col perdono di Dio, ritrovo i giovani nella nostra postazione, nel bel mezzo della Via Crucis, e mi commuovo.C’erano in quel momento, oggettivamente, mille motivi per cui lamentarsi, distrarsi, addirittura pentirsi di aver intrapreso quel viaggio verso Lisbona: il caldo, la fatica, la fame, il risicatissimo tempo di riposo notturno, esempi di altri “pellegrini” non proprio edificanti, schiamazzi e rumori, folla in continuo movimento… e i nostri giovani erano lì, in piedi, immobili, con gli occhi fissi verso il palco e gli schermi, e con le cuffie alle orecchie per ascoltare la traduzione dei bellissimi testi che ci stavano accompagnando in cima al Calvario.Questo è solo uno dei momenti in cui a Lisbona, ho avuto la fortuna sfacciata (quella che il Signore dona ai preti) di toccare ancora una volta con mano, la bellissima sete che, in maniere molto diverse, contraddistingue il cuore dei giovani. Una sete che se raggiunta, con le strade e i modi più consoni, non teme né stanchezze né privazioni, né richiami seducenti né distrazioni di alcun genere, perché è la sete più profonda che noi possediamo, la sete di Infinito. A Lisbona il cielo era particolarmente infinito, non vi erano colli o montagne, o palazzi che lo riducessero. Il vento pure, era infinito, come qualcuno ha scritto prima di me. Gli incontri, la diversità di colori, lingue, emozioni, erano infiniti. Ma tutti questi elementi infiniti trovavano un punto di incontro: lì dove gli occhi dei giovani erano fissi, dove le orecchie erano ostinatamente attente, lì dove le ginocchia si sono piegate e le mani giunte. Lì dove si scorgeva “il gratuito l’amore di Cristo per noi” (Papa Francesco) c’era qualcosa di più infinito del cielo, del vento, dell’uomo. E i giovani questo lo sanno bene. Lo sanno da sempre, ma noi, a volte, pensiamo che se lo siano dimenticati. Invece forse siamo noi ad aver dimenticato spesso che “per meno dell’Infinito e dell’Eterno, non si campa”. Forse dobbiamo guardare più spesso e più intensamente i nostri giovani, e ricordarcelo. Un riconoscente “obrigado” a tutti loro dunque.
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