Il giornale del 20 novembre. Edizione digitale
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Il nodo sta ormai giungendo al pettine: nei prossimi anni ci sarà una carenza di medici e personale sanitario a livello locale come anche nazionale. L’allarme sta risuonando ad ogni livello da tempo, ma alcune criticità si stanno già adesso manifestando nei nostri ospedali e sono destinate a moltiplicarsi già nei prossimi 2-3 anni. La carenza è annunciata sia per i medici ospedalieri, dove si prevedono i problemi maggiori, che per i medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia. I dati parlano di tanti medici prossimi alla pensione. In provincia di Treviso, su 3.758 medici e odontoiatri, 1.399 hanno più di 60 anni e quindi sono prossimi alla pensione. La stima è che nel 2023 un terzo di essi non sarà più in attività. Ma non ci sarà un numero di nuovi medici sufficiente a sostituire quanti andranno in pensione. La stima è che per ogni quattro medici che cesseranno l’attività uno solo verrà rimpiazzato. Se verrà confermata questa previsione, si paventa il surreale panorama di un quarto dei residenti del Veneto che tra dieci anni resterà senza medico di base. A causare questa situazione vengono indicati più fattori: non c’è stata una programmazione efficace; c’è stata l’introduzione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina; ci sono le nuove normative europee che impediscono ai medici di lavorare più di 11 ore, il turn-over è stato bloccato per anni; sono stati fatti tagli ai fondi per la sanità. L’allarme, ora, deve trovare risposte adeguate quanto rapide da parte di politici e manager responsabili della gestione del sistema sanitario. E tra i problemi che motivano una rapida soluzione alla carenza di medici c’è anche l’andamento demografico, con il progressivo invecchiamento della popolazione che renderà necessarie maggiori cure e continuità assistenziale.
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