Il “sì” irreversibile di Matteo
Sabato 13 alle 16 l'ordinazione presbiterale.
Sabato 13 giugno sarà un giorno di svolta per Matteo Conte. Dirà il sì “irreversibile” a Dio diventando presbitero per l’imposizione delle mani del vescovo Corrado. Un passo importante come almeno altri due: l’ordinazione diaconale e la firma del congedo dalla Guardia di finanza. Sì, perché Matteo prima di entrare nel 2006 nella Comunità vocazionale di Castello Roganzuolo ha prestato servizio per dieci anni tra le Fiamme Gialle: due anni alla scuola sottoufficiali, cinque anni a Borgo Valsugana e tre anni a Conegliano, quindi il congedo col grado di maresciallo capo. Nato (nel 1975) e cresciuto a Mestre da genitori originari dell’isola di Ponza (nel Lazio), Matteo stabilì la propria residenza a Sarano durante il servizio a Conegliano. Qui conobbe don Mauro Cettolin, al tempo studente di teologia (sarebbe diventato prete nel 2007), e la di lui nonna, «una persona importante per la mia scelta vocazionale, perché in modo molto semplice suscitò in me le prime domande che poi mi portarono alla scelta di abbandonare la Guardia di finanza per entrare in Comunità vocazionale».
A Castello Roganzuolo è rimasto fino al 2008 per poi passare in Seminario a Vittorio Veneto fino al 2013. «Gli anni formativi – riflette – sono stati importanti per la crescita culturale, l’approfondimento del rapporto col Signore e il S superamento di un certa formalità, legata al lavoro che facevo, nelle relazioni con le persone». In quegli anni è stato impegnato nelle parrocchie di Cordignano, Mareno, Brugnera e, per ultima, Motta di Livenza. «Sono state esperienze significative – racconta –. Soprattutto a Mareno, dove don Mario Fabbro mi rendeva partecipe di tutte le attività e dove ho visto rinascere l’Azione cattolica ragazzi dopo un momento di difficoltà. Anche a Motta mi sono trovato bene: i primi tre giorni della settimana andavo a La Nostra Famiglia di Conegliano come volontario, gli altri giorni in parrocchia ero coinvolto nel catechismo, nell’Azione cattolica e con gli scout».
Ma ad appena un anno dall’arrivo a Motta il Vescovo gli ha chiesto un cambiamento «abbastanza radicale »: diventare il suo segretario. E così dall’ottobre 2014 don Matteo vive in Castello vescovile. Il sabato e la domenica accompagna il Vescovo nelle celebrazioni, gli altri giorni svolge un lavoro di segreteria. «Attualmente sono a servizio di una persona, il vescovo, e dell’intera diocesi – racconta –. Non ho più il contatto diretto con le persone, come in parrocchia. Ho un rapporto “indiretto” con i tanti che cercano il vescovo per incontrarlo personalmente». Per il biglietto di annuncio dell’ordinazione Matteo ha voluto un dipinto di Gesù buon pastore di Anna Maria Trevisan e il versetto del vangelo di Giovanni: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. La scelta è caduta su questa frase perché «il Signore mi ha chiamato per mandarmi, per unirmi alla sua opera. Per il santino-ricordo ho scelto un’icona di Nicla De Polo in cui è raffigurato Gesù che accoglie il discepolo prima di inviarlo in missione. Mi piace questo duplice movimento: accoglienza- invio». Dopo l’ordinazione don Matteo celebrerà la Prima Santa Messa Solenne nel duomo di Motta domenica 14 giugno alle 11. Insieme a lui i genitori, il fratello, l’équipe del Seminario, gli amici e quanti hanno condiviso un tratto del suo percorso verso il “sì” irreversibile
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