Unità pastorali: camminando s'apre il cammino
Un cammino irreversibile, sancito durante l'assemblea diocesana del 21 giugno scorso.
Le unità pastorali (up) nella nostra diocesi sono ormai una realtà. Il loro numero è già stato fissato da tempo: sono 34, ognuna con il suo bel nome e con i confini ben definiti. Ma c’è ancora molta strada da fare perché diventino organismi palpitanti di vita, ricchi di iniziative, coinvolgenti tutti i componenti delle comunità. L’assemblea delle equipe pastorali, che sono il motore delle unità, tenutasi sabato scorso 21 giugno ha confermato questa svolta che la Chiesa diocesana sta da tempo compiendo. Erano circa 250 i partecipanti accolti nell’ampia palestra del collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto. Tre ore intense di lavoro, dalle 9 alle 12, hanno ulteriormente confermato l’irreversibilità del cammino e chiarito ulteriormente l’orientamento da seguire. Questa la scansione del lavoro: preghiera prolungata sostenuta dalla Parola di Dio e dalle sollecitazioni di papa Francesco, sintesi del cammino svolto in questi anni presentata dal Vescovo, situazione attuale presentata dal vicario mons. Zagonel, lavoro di gruppo dei partecipanti, conclusioni del Vescovo.
La situazione
A che punto siamo con la realizzazione delle unità pastorali? Quali i traguardi raggiunti e quali ancora lontani? In primo luogo dobbiamo chiederci se i cristiani delle nostre parrocchie sono consapevoli della nuova realtà. Tutti, anche coloro che hanno rapporti labili con la comunità, sanno che cos’è la parrocchia, ma se chiediamo loro che cosa è l’unità pastorale le risposte saranno ancora alquanto incerte. Le persone che si sono coinvolte in questa proposta, soprattutto gli operatori pastorali delle nostre parrocchie, hanno abbastanza chiara l’idea di questa realtà, come risulta dall’inchiesta fatta in occasione dell’assemblea, ma è necessario un’opera di informazione per tutti gli altri. L’unità pastorale non è una super parrocchia che elimina le parrocchie esistenti. Questo è un punto fermo da non dimenticare mai. L’unità è un legame profondo tra parrocchie di un certo territorio, reso necessario perché i confini delle parrocchie ormai sono troppo stretti per raggiungere meglio le persone in tutti gli aspetti della loro vita. Ai cambiamenti avvenuti nel territorio e nella vita delle persone si è aggiunto il dato drammatico della diminuzione dei preti per cui è ormai impossibile assicurare ad ogni parrocchia un parroco residente. Le unità pastorali sono quindi diventate una necessità.
Il ruolo delle unità
L’unità è molto più che qualche sforzo di aiuto e di collaborazione tra parrocchie. L’obiettivo finale è creare nelle parrocchie unite una attività pastorale omogenea. Concretamente, un progetto unico riguardante i vari settori della pastorale. Progetto elaborato anche in base alle trasformazioni avvenute in questi anni nei vari territori della diocesi. Ferma restando l’identità di ogni parrocchia con le sue forze attive, i suoi strumenti come ad esempio il consiglio pastorale o quello degli affari economici, perché la parrocchia è ancora una realtà viva e molto sentita dalla nostra gente. Qui si intravede subito la difficoltà di trovare il giusto equilibrio tra ciò che la parrocchia può e deve fare da sé e ciò che deve fare insieme alle altre. Su questo punto hanno particolarmente lavorato i partecipanti all’assemblea divisi in una ventina di gruppi. Dalla prima relazione del lavoro risulta che sono ancora molte le cose da mettere a punto nella relazione tra unità pastorale e parrocchie con i loro organismi.
L’equipe pastorale
È il cuore pulsante e anche la testa della nuova realtà. È il gruppo di persone che deve progettare il cammino comune. La sua composizione non è ancora del tutto definita. Certamente deve farvi parte il parroco o i parroci, poi i vicepresidenti dei consigli parrocchiali, eventuali religiosi, ma anche persone particolarmente preparate. Per questi gruppi è indispensabile un sostegno formativo ancora tutto da inventare. Si è anche notato che nelle unità dove c’è un solo parroco l’equipe è viva e attiva e di conseguenza anche l’unità pastorale è una realtà già ben consolidata. Cosa invece che non si verifica nelle unità in cui ogni parrocchia ha il suo parroco. E questo fatto la dice lunga sulla capacità dei preti di lavorare insieme. Si prospetta anche la necessità, soprattutto nelle parrocchie in cui non c’è il parroco residente, di creare un gruppo di persone attive che assicurino il buon funzionamento della vita della comunità. È chiamato gruppo dei “promotori di comunione”, ma è ancora tutto da definire. Alla fine il Vescovo ha indicato alcune cose che ormai si rendono indispensabili perché il processo iniziato possa continuare. Le unità ormai ci sono, più o meno vive, più o meno convinte nel loro lavoro. Le difficoltà e le incertezze non mancano. Ma esse saranno via via superate lungo il cammino. L’importante è che si cammini con convinzione. Camminando si apre il cammino.
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