S. LUCIA: un altare dedicato a fra Claudio
Realizzato dall'artista Angelo Brugnera
Lo scorso 8 ottobre nella chiesa di Santa Lucia di Piave è stato svelato e presentato il nuovo altare dedicato al beato Claudio Granzotto, realizzazione in marmo dello scultore Angelo Brugnera di Sacile. A presentare la genesi, il significato e la lavorazione dell’opera, Giorgio Fossaluzza, Fabio Angeli e lo stesso Brugnera, mentre Emanuele Bastanzetti ha accompagnato la serata con il suo violino. Il giorno successivo alle 18.30 il Vescovo ha presieduto la messa con rito di titolazione dell’altare.
Brugnera è intervenuto su di un altare del 1878 che, nella precedente chiesa di Santa Lucia, fungeva da altar maggiore. Con la realizzazione del nuovo edificio, divenne altare laterale dedicato a Sant’Antonio, con statue prima del Possamai (ora collocata nella locale casa di riposo) e poi del Giordani (ora nella cappella feriale della stessa chiesa).
L’artista è intervenuto sul manufatto inserendovi diverse opere iconografiche realizzate nel corso di due anni di lavoro: la statua del beato a grandezza naturale, due nicchie dedicate ai temi della carità e della vocazione, il frontale dell’urna contenente le reliquie del beato, due pannelli, posti ai lati dell’urna, che riportano alcune frasi di fra’ Claudio sempre sulla carità e sulla vocazione.
Il beato, un’apparizione fluttuante, in bilico tra corporeità e puro spirito, è rivolto verso la porta d’entrata della chiesa in un gesto di accoglienza.
Il vestito, lavorato come una forma continua, è aperto con un taglio che arriva fino quasi al costato; non ci sono gambe o tracce del corpo al suo interno, i piedi lentamente spariscono nel vuoto, come anche le mani che, pur essendo grandi mani da lavoratore, si annullano dentro a maniche che contravvengono la forza di gravità. Il “corpo” non è eretto ma leggermente piegato per accentuare la sensazione di essere privo di peso.
I racconti di alcuni episodi della vita di fra Claudio sono stati essenziali per affrontare i temi della vocazione e della carità da inserire rispettivamente nella nicchia di sinistra e in quella di destra. Attraverso la soluzione compositiva dei “teatrini” si racconta una visita in una casa da parte del beato e il percorso vocazionale di fra Claudio che incontra il maestro, San Francesco d’Assisi.
Il frontale dell’urna, dove si trovano le reliquie del beato, è concepito come l’ingrandimento di un pezzo di tessuto, la trama è sconnessa e quasi disarticolata, verso il centro si dirada fino a far intravvedere l’interno dell’urna e si flette verso l’esterno quasi a sottolineare la presenza di una forza proveniente dall’interno. Il tessuto del frontale è quello del saio che si trasforma in forza vitale.
Anche per i pannelli laterali, l’artista ha ripreso il tema del tessuto: la parola che si fa trama.
Ai lati dell’altare sono stati collocati i due vasi portapalma che originariamente si trovavano nelle nicchie dell’altare stesso.
Prossimamente avremo modo di ritornare su quest’opera per approfondirne altri aspetti di notevole interesse.
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