AZZURRA, UN "SEGNO DI VANGELO"
L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga
In queste ultime settimane il mondo è scosso, ancora una volta, da preoccupanti venti di guerra. Con il fiato sospeso, si attendono le decisioni dei “grandi” della terra, che sono convinti di fare “la storia” dell’umanità. Poi, però, accadono delle cose nella vita delle persone – anche di quelle che ci stanno vicino, nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie – che ci ricordano che la storia, grazie al cielo, si fa anche altrove, con altre scelte e con altre logiche. In questi giorni, il pensiero va ad Azzurra Carnelos, la mamma di Oderzo morta a soli 33 anni lo scorso 13 aprile (e il cui funerale nel Duomo di Oderzo si è celebrato ieri).
La sua vicenda – dolorosa, eppure portatrice di un grande messaggio di speranza – ha toccato il cuore di molti ed ha catturato l’attenzione non solo dei media locali ma anche delle testate nazionali. Azzurra si è accorta della recidiva di una forma tumorale durante la gravidanza, mentre era in attesa del suo bambino; per timore di provocare danni al nascituro, d’accordo con i medici che l’avevano in cura e soprattutto con il marito Francesco che ha abbandonato il lavoro pur di starle vicino, Azzurra ha preso una decisione difficile: quella di non intraprendere percorsi di cura che fossero invasivi, e quindi rischiosi, per il bambino che portava in grembo; la chemioterapia, pertanto, è iniziata solo dopo la nascita del piccolo. Così, lo scorso 2 agosto, è nato Antonio e, per otto mesi, Azzurra ha potuto stringere tra le braccia, con tenerezza di madre, il bambino che aveva tanto desiderato.
È una storia dolorosa, quella di Azzurra, perché racconta di una giovane sposa e madre che è stata strappata troppo presto all’affetto dei suoi cari. E, tuttavia, è una storia che parla di vita e di speranza, e dello straordinario amore di una madre che ha anteposto alla propria salute il bene del proprio bambino. È anche una storia che esprime la profonda unione di una famiglia e il grande amore di una coppia – Azzurra e Francesco – che ha affrontato insieme, con coraggio e con fede, un passaggio tanto difficile.
“È un segno di Vangelo”, ha commentato qualcuno che conosce bene la famiglia e che sa quanto sia stata importante la fede in Dio per attraversare tutta questa sofferenza e tutto questo amore. È un “segno di Vangelo” che lascia dietro di sé una grande testimonianza: quella di Azzurra, che ha affrontato senza perdersi d’animo la sfida della malattia ed ha creduto, fino alla fine, nel suo desiderio di essere madre. È un “segno di Vangelo” che ci ricorda che una “storia diversa” è possibile, dove non prevalgono le logiche di potere e di sopraffazione ma altri valori, come quelli della vita e dell’amore. Ora il piccolo Antonio e papà Francesco, insieme ai loro cari, dovranno essere altrettanto forti per affrontare il futuro, sapendo che Azzurra sarà sempre con loro, anche se in un modo nuovo che solo chi ha fede conosce. A loro vanno il nostro affetto e la nostra vicinanza.
Alessio Magoga
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