Quartier del Piave
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SERNAGLIA: le osservazioni di Legambiente contro le casse di espansione

Progettate dalla Regione a Ciano del Montello

SERNAGLIA: le osservazioni di Legambiente contro le casse di espansione

Il circolo Legambiente di Sernaglia ha presentato, nei giorni scorsi all’Autorità di Bacino Alpi Orientali, le proprie osservazioni contrarie al progetto di realizzazione nelle grave di Ciano del Montello di un complesso di casse di espansione in grado di contenere 40 milioni di metri cubi di acqua in caso di piene eccezionali del fiume Piave. Il progetto prevede escavazioni ed interventi su 555 ettari di golena del fiume con la costruzione di 13,3 km di muraglioni.

Principio di base: la mitigazione del rischio idraulico è correttamente perseguita quando comporta il rispetto dei luoghi nei quali realizzare le opere di difesa. La normativa europea, Direttiva Quadro sulle Acque, prevede che ambiente e paesaggio vadano tutelati insieme alle popolazioni rivierasche.

Ecco le osservazioni nel dettaglio:

- il progetto attuale di casse di espansione nelle grave di Ciano comporta un impatto ambientale devastante su un’area naturale di pregio, parte della rete Natura 2000 e designata come Zona Speciale di Conservazione (ZSC), in quanto habitat prezioso per la conservazione degli uccelli selvatici: escavazioni profonde ed innalzamento di muraglioni di contenimento comporterebbero la distruzione irreversibile di questo habitat ad elevatissima biodiversità;

- dal punto di vista paesaggistico questo intervento sarebbe un “pugno in un occhio” di fronte alle colline dell’altamarca riconosciute come sito Unesco;

- non è prevedibile l’effetto idraulico ed ambientale dell’accumulo nelle grave di Ciano della quantità di acqua prospettata sulla realtà carsica del Montello;

- non è prevedibile l’effetto della rettificazione del corso del fiume per lasciare sulla destra orografica la serie di casse di espansione: il medio corso del fiume Piave ha naturale morfologia a rami intrecciati che permettono alle acque di divagare e rallentare la loro velocità. Realizzare un alveo rettilineo in questo tratto a consistente pendenza comporterebbe erosioni incontrollate nelle vicine aree dell’Isola dei Morti e delle Fontane Bianche;

- l’area a maggior rischio di esondazione del Piave è quella di bassa pianura quindi le opere di difesa andrebbero realizzate prioritariamente vicino a questi obiettivi come prevede la legge Piano Stralcio in vigore;

- invece di una sola opera faraonica come quella prospettata a Ciano, per ridurre il rischi di alluvioni vanno realizzati interventi a minimo impatto lungo tutta l’asta del fiume. Serve un approccio integrato, che includa il miglioramento della gestione degli invasi già esistenti a monte, la delocalizzazioni degli edifici in golena, l’arretramento degli argini per lasciare più spazio alla naturale evoluzione geomorfologica del fiume.

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