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Ordinazione episcopale di mons. Dal Cin: lettera-mandato di papa Francesco, omelia del card. Ouellet e saluto del neo-vescovo Dal Cin.

Domenica 9 luglio 2017, Cattedrale di Vittorio Veneto (TV)

Ordinazione episcopale di mons. Dal Cin: lettera-mandato di papa Francesco, omelia del card. Ouellet e saluto del neo-vescovo Dal Cin.

In questo comunicato stampa sono messi a disposizione del pubblico:

1) il mandato di papa Francesco, del 20 maggio, con cui mons. Fabio Dal Cin è stato nominato arcivescovo prelato della prelatura della Santa Casa di Loreto e delegato pontificio della medesima, nonché delegato pontificio per la Basilica di S. Antonio di Padova: il mandato è stato letto all’inizio della liturgia dell’ordinazione episcopale di domenica 9 luglio;

2) il testo integrale dell’omelia del card. Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, che ha presieduto la celebrazione;

3) le parole di saluto del neo-vescovo mons. Dal Cin, tenute alla fine della celebrazione.

 

 

1. Mandato di papa Francesco

 

Francesco vescovo servo dei servi di Dio, al diletto figlio Fabio Dal Cin, sacerdote di Vittorio Veneto, costituito arcivescovo prelato della prelatura della Santa Casa di Loreto e delegato pontificio del santuario della Santa Casa di Loreto nonché delegato pontificio per la basilica di Sant’Antonio di Padova, salute e apostolica benedizione.

Dal momento che i nostri predecessori posero ogni impegno e cura nei confronti della chiesa loretana, anche noi ci adoperiamo nel sostenere e continuare i precedenti provvedimenti ed opere, affinché la stessa Madre celeste sia piamente venerata e i fedeli lì accorsi siano misericordiosamente accolti. Poiché il venerato fratello Giovanni Tonucci ha rassegnato le sue dimissioni, di conseguenza abbiamo pensato di eleggere un nuovo pastore. Perciò siamo ricorsi a te, diletto figlio, amato di congrue virtù, con la convinzione che tu possa sostenere con frutto quest’ufficio.

Pertanto con il consiglio della Congregazione per i vescovi, sorretti dalla nostra autorità apostolica, ti nominiamo arcivescovo prelato della prelatura della Santa Casa di Loreto e delegato pontificio del santuario della Santa Casa di Loreto nonché delegato pontificio per la basilica di Sant’Antonio di Padova, con l’aggiunta di tutti i diritti e gli obblighi che le prescrizioni canoniche prevedono nel tuo stato. Potrai ricevere la consacrazione episcopale da qualsiasi presule fuori dalla città di Roma.

Ma prima è necessario che faccia la professione di fede ed emetta il giuramento di fedeltà nei nostri confronti e nei confronti dei nostri successori, secondo le leggi della Chiesa. Della tua elezione informerai il clero e il popolo fedele, mentre noi esortiamo tutti all’impegno per la vita cristiana e all’ossequio nei tuoi confronti.

Non rimane altro, diletto figlio, se non incoraggiarti mentre stai per assumere questo ministero. Lo stesso Signore, con l’intercessione della Vergine Maria e S. Antonio di Padova, ti elargirà aiuti celesti, da cui guidato e confortato, attraverso anche la lodevole opera dei Cappuccini, sarai in grado di reggere tutta la comunità, mostrando l’insegnamento salutare e gioioso del Salvatore.

Dato a Roma, presso S. Pietro nel giorno 20 maggio, nell’anno del Signore 2017, quinto anno del nostro pontificato.

Papa Francesco

 

 

2. Omelia del card. Marc Ouellet

 

«Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, annunzierà la pace alle genti».

 

Cari fratelli e sorelle, questi sentimenti di gioia e giubilo sono nostri in questo giorno di festa a Vittorio Veneto per l’ordinazione episcopale di uno dei figli di questa terra, mons. Fabio Dal Cin. Raccogliamoci dunque in preghiera di gaudio nello Spirito della liturgia odierna, che invita alla lode e all’azione di grazie a Dio, nonché alla supplica per il nostro fratello in questo momento così importante della sua vita e per la vita della Chiesa.

L’Eucarestia domenicale è sempre per noi motivo di gioia e di pace, perché celebriamo la vittoria del Re giusto e umile che ha vinto il peccato e la morte e ci rende partecipi della sua vittoria. «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò». Il ristoro di Cristo consiste nel rivelare i segreti del Padre ai piccoli. Questi segreti sono confidenze di misericordia, di amore e di pace. «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime». Noi non conosciamo migliore ristoro che la sua Parola di vita, forte e consolatrice, e il suo cibo sacramentale, il suo Corpo e Sangue, che ci immedesimano nel suo Cuore mite e umile, trasformandoci in viventi della sua vita nello Spirito.

Questa realtà è oggi, in certo modo, ancor più vera e gioiosa perché la vediamo concretizzarsi in uno di noi attraverso l’ordinazione episcopale. Che gioia che un sacerdote di questa generosa e feconda comunità diocesana, conosciuta per alcuni dei suoi figli prestigiosi, sia di nuovo benedetta col dono di un pastore per il popolo di Dio. La nostra gioia e gratitudine è grande, perché il regalo del carisma pastorale di guida del popolo di Dio è un dono eccelso del Signore. Questo carisma rende presente Gesù, Buon Pastore, in un modo prettamente sacramentale, cioè non solo come un’imitazione ma nell’unione e unità della sua Persona. Infatti, attraverso il proprio sacerdozio, il vescovo, e per partecipazione anche il presbitero, agiscono in persona Christi.

Chi è il vescovo? La parola stessa, episcopé, significa “qualcuno che vede lontano e che veglia sul popolo del Signore”, dico che «veglia», e non solo che «sorveglia» l’ordine e la disciplina, ma che veglia sulla vita e la felicità del Popolo di Dio, intuendo e partecipando intimamente alle sue difficoltà e sofferenze. Deve vegliare come un padre premuroso e come una madre amorevole, che ascolta il suo bambino e indovina i suoi problemi. In breve: come la Madre del Bambino di Nazareth.

Il vescovo è un rappresentante del Signore che è posto alla vista di tutti, esposto agli sguardi benevoli e non. È colui al quale si tende l’orecchio per ascoltarlo, si tende la mano per accoglierlo, e si è soprattutto chiamati a tendere il cuore per abbracciare il suo mistero, cioè il Signore risorto presente in lui con il Suo Spirito. La bellezza del sacerdozio cattolico consiste nel fatto che il Signore stesso, agendo con misericordia su alcuni eletti tra il suo popolo, continua, come buon Pastore, a guidare il suo gregge. Mediante i suoi ministri continua a parlare, ad ascoltare, consolare e incoraggiare i suoi figli e le sue figlie. Ciò spiega il fascino permanente esercitato dai preti, ma anche l’odio gratuito che talvolta li colpisce. Essi sono infatti una presenza misteriosa del Signore in mezzo al suo popolo. Restano poveri peccatori come tutti, certamente, ma, nell’esercizio del loro ministero, sono anche i primi ad essere consapevoli della immeritata misericordia divina nei loro confronti.

Oggigiorno, grazie a Dio!, il vescovo non appare più come un potente e ricercato personaggio pubblico, un notabile di spicco agli occhi del mondo. È piuttosto tornato ad essere come alle origini, e voglia Dio che lo sia sempre di più, un testimone del Risorto, un portatore dello Spirito, sacramento della presenza viva di Dio nella storia.

Nella seconda lettura, san Paolo descrive in termini forti la chiamata alla santità che proviene dal battesimo. Questa chiamata, in un certo senso, possiamo ritenerla raddoppiata nel caso della consacrazione episcopale. «Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Cristo dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi».

Il Vescovo viene segnato dal carattere episcopale mediante l’imposizione delle mani, ricevendo un dono stabile dello Spirito Santo per essere guida del popolo di Dio, con la sua vita consacrata a Dio, esemplare in tutte le virtù, dedicato alla preghiera di lode, di azione di grazia e di supplica per il suo popolo. È guida attraverso la predicazione autorevole della Parola, e presiedendo la celebrazione di tutti i sacramenti, incluso quello dell’Ordine sacro, in tutti i suoi tre gradi, come faremo ora imponendo le mani sul presbitero eletto.

È motivo di grande gioia e gratitudine per questa diocesi, ma anche per la parrocchia di origine di mons. Fabio e per la famiglia Dal Cin: per l’onore che ricade sulla comunità. Un tempo si guardava forse più all’onore che all’onere della dignità vescovile; oggi si sottolinea molto di più la missione, il ministero esigente a cui sono chiamati i vescovi come successori degli apostoli. In quanto membri del collegio episcopale essi non sono solo responsabili di una comunità diocesana, ma sono corresponsabili della Chiesa universale assieme al Papa e sotto la sua autorità. La chiamata all’episcopato è una sfida enorme: che si può fronteggiare soltanto con molta preghiera, sull’esempio di papa Francesco, e con molta umiltà, come viene significato dalla prostrazione dell’eletto durante le litanie dei santi.

Cari fratelli e sorelle, uniamoci alla liturgia di questa domenica che invita gioiosamente alla lode e alla gratitudine verso Dio che rivela i suoi misteri ai piccoli. «Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Queste parole evangeliche raccolgono in sintesi tutto il programma di vita di colui che viene ordinato e dunque preposto alla guida del popolo di Dio in servizio al Buon Pastore.

Esso vale in particolare per il nostro fratello che è posto alla guida dei grandi santuari d’Italia, dove convergono tanti poveri, tanti bisognosi di conversione e di consolazione, tanti piccoli stanchi e oppressi in cerca di pace e di ristoro.

In questi luoghi privilegiati dalla Grazia, tutti quanti abbisognano di essere ascoltati e soccorsi, con bontà e misericordia, con la saggezza del giusto discernimento spirituale e pastorale, per essere assolti e riempiti della vita nuova nello Spirito del Signore. Che la sua testimonianza sia discreta e autentica, sulla scia di Albino Luciani, di sant’Antonio da Padova e soprattutto in intima comunione con la Vergine Madre, Maria di Nazareth.

Cristo Gesù, Buon Pastore, si farà vedere e sentire nella presenza premurosa, mite e umile, del vescovo e dei suoi collaboratori, uniti a lui nella fede e nella fraternità sacramentale.

Chiediamo allora insieme, per il neo eletto, la grazia dell’umiltà e della misericordia; affinché trovi la sua felicità nel servizio disinteressato del Signore Risorto in mezzo al suo popolo. Che egli non sia mai deviato da desideri di benefici mondani, ma abbia come solo ideale quello di rivelare, con tutto il suo essere, il Cuore mite e umile del Signore. Questa grazia gli verrà ora elargita in misura traboccante con l’effusione dello Spirito Santo in risposta alla preghiera di questa comunità e di tutta la Chiesa unita al Santo Padre.

Chiediamo in modo speciale alla Vergine Maria, sotto il suo pregiatissimo titolo di Madonna di Loreto, di ottenere dallo Spirito Santo che questo suo servo sia un testimone fedele di Cristo Risorto e che la sua vita santa sia una grande benedizione per il popolo a lui affidato. Amen!

+ Card. Marc Ouellet

 

 

 

3. Il SALUTO del neovescovo mons. Fabio Dal Cin,

alla conclusione dell’ordinazione episcopale

 

Pensosia facile intuire con quale stato d’animo prendo la parola. Dentro di me sono tanti i sentimenti che provo. Ma sopra ogni altro mi prende un senso di gratitudine e di riconoscenza.

Grazie per la vostra affettuosa presenza. So che molti di voi hanno sostenuto anche i disagi di un lungo viaggio.Saluto con profondo rispetto le autorità civili e militari locali e provenienti da Loreto e dalle Marche. Ringrazio il Vescovo Corrado e quanti si sono generosamente prodigati in varie forme per preparare spiritualmente e per organizzare questo evento in tutti i suoi aspetti.Un pensiero affettuoso va agli ammalati e a quanti si sono uniti nella preghiera - attraverso la radio e la televisione - a questa Eucaristia che a Dio rende grazie.

È Dio, infatti, il protagonista principale, perché è Lui che chiama, consacra, affida la missione episcopale e dà anche la forza di rispondere e di servire.È un mistero di Grazia e di Misericordia che solo Dio può conoscere fino in fondo.

Qualche giorno dopo la comunicazione della nomina, passando davanti alla chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, sono entrato ed ho sostato davanti al famoso dipinto del Caravaggio che rappresenta il momento decisivo della chiamata di Matteo. Nel dipinto (accanto al quale c’è San Pietro, immagine della Chiesa) Gesù indica col dito Matteo, che siede al banco delle imposte, e lo chiama: “Seguimi”, dice il Vangelo.Matteo esita. Sembra non capire l’invito, reagisce meravigliato e, a sua volta, col dito indica se stesso, come volesse chiedere conferma: “Ma... chiami proprio me? Io? Io che sono quello che sono?”.

Perché proprio me? Risponderebbe Papa Luciani: “Perché è ‘l’antico sistema’ di Dio, che non disdegna di operare con strumenti difettosi”. E così ci fa capire che “se qualche cosa mai di buono salterà fuori da tutto questo, sia ben chiaro fin da stasera: è solo frutto della bontà, della grazia, della misericordia del Signore”.

Niente di tutto ciò che ho ricevuto e sto vivendo stasera è merito mio, ma puro dono di Dio e a Dio va tutta la mia riconoscenza per la sua infinita misericordia.Il grazie a Dio, però, coinvolge tutta la Chiesa, perché la vocazione non è mai un’impresa solitaria, ma è il concorso di tutta la comunità ecclesiale.Ogni vocazione nasce, cresce ed è per tutta la Chiesa.

Grazie dunque a questa Chiesa, nella quale rivedo i volti di tante persone – di tutte le età –che sono entrate nella mia vita e che si fa immagine visibile attraverso PAPA FRANCESCO. A lui rinnovo la mia gratitudine per il dono che rappresenta per tutta la Chiesa con la sua testimonianza e il suo Magistero, per la paterna bontà con la quale mi ha accompagnato e per la fiducia che mi ha dimostrato.

Grazie alla Chiesa che voi,fratelli Vescovi, rappresentate e che con la vostra presenza mi incoraggia, mentre muovo i primi passi della missione apostolica: grazie!

Grazie a lei, Card. Marc Ouellet, che questa sera mi ha imposto le mani e che per quasi cinque anni mi ha permesso di condividere da vicino il delicato lavoro come suo segretario particolare. Sono certo che questa esperienza mi sarà di grande aiuto anche nella nuova missione che mi aspetta.

Con Lei, Eminenza, ringrazio il nostro conterraneo, il Card. Beniamino STELLA, il Card. Edoardo MENICHELLI di Ancona, che oggi ricorda l’anniversario della sua Ordinazione Episcopale, avvenuta 23 anni fa. Auguri Eminenza!

Un Grazie particolare è per i miei colleghi e amici della Congregazione per i Vescovi, della Segreteria di Stato e di altri Dicasteri.

In questi dieci anni di servizio in Vaticano ho incontrato tante brave persone che lavorano generosamente per il Papa, vale a dire per il popolo santo di Dio, che è costituito per la maggior parte da gente umile e semplice: quella Chiesa che ho conosciuto e amato da sempre.

È la Chiesa che ho visto in mio padre e mia madre, che sono stati i primi maestri di vita; nelle mie sorelle, nel mio parroco, nella gente del mio paese di Sarmede e dei luoghi dove sono passato: Vittorio Veneto, il Seminario diocesano - nel quale sono ancora civilmente residente e che ho frequentato due volte, prima da seminarista e poi come educatore– e poi S. Vendemiano, Motta di Livenza, Roma, presso la Santa Sede e il Santuario della Madonna della Quercia.

Grazie a tutti, anche a noncredenti e ad anticlericali, perché mi hanno aiutato, magari senza saperlo, a seguire le chiamate di Dio.

Grazie alla Chiesa che testimoniate voi consacrati. Saluto Padre Marco TASCA, Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali, i religiosi e le religiose, i consacrati e le consacrate, che hanno avuto una parte molto importante nella mia vita.

Sento grande riconoscenza per i miei confratelli SACERDOTI e per i VESCOVI della mia vita: tra di voi ho avuto grandi maestri ai quali guardare e dai quali imparare.

Saluto con particolare affetto: il Vescovo Eugenio, che quasi 27 anni fa mi ha ordinato sacerdote; il Vescovo Alfredo, con il quale ho condiviso da vicino un tratto di strada. Oggi ricorre l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale: 67 anni di sacerdozio (tanti auguri, Eccellenza!); il Vescovo Giuseppe che mi ha inviato a Roma a sperimentare in presa diretta l’universalità della Chiesa.Infine, grazie di cuore al Vescovo Corrado, principio e fondamento visibile di questa Chiesa di San Tiziano: l’anello che mi ha donato dice l’affetto suo e di tutta la comunità diocesana che mi ha accompagnato nella vita.

Ora questo amore ricevuto chiede di essere da me donato alla Chiesa che è nella Basilica del Santo a Padova e in Loreto, che saluto con riconoscenza nella persona del Vescovo Giovanni Tonucci, nei sacerdoti, religiosi, consacrate e fedeli venuti da Loreto e da Padova.In voi saluto e benedico tutti i lauretani e i devoti che frequentano il Santuario della Santa Casa e della Basilica di Sant’Antonio, in special modo chi vive nella sofferenza e nella solitudine. Attendo con vivo desiderio di incontrarvi. Sarò a Loreto sabato 2 settembre e a Padova domenica 22 ottobre.Come si rivolgeva S. Paolo ai Corinti, vengo a voi in debolezza e trepidazione, ma fiducioso nella potenza dello Spirito che questa sera mi è stato donato e nella vostracollaborazione.Vi chiedo il favore di pregare per me e di accogliermi in semplicità, con fede e con il cuore. Voi lo siete già nel mio, fin dal giorno in cui mi è stata comunicata la nomina del Santo Padre.Vengo nel nome del Signore: “in Lui ho posto la mia speranza”.

Affidiamoci tutti alla protezione della Madre di Dio, perché ci aiuti a dire ogni giorno il nostro Sì generoso al Signore.E S. Antonio di Padova ci ottenga di essere sempre gioiosa testimoni di misericordia.E che il Buon Dio ci benedica tutti!

+ Fabio Dal Cin, vescovo

Ordinazione episcopale di mons. Dal Cin: lettera-mandato di papa Francesco, omelia del card. Ouellet e saluto del neo-vescovo Dal Cin.
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