Promessa di Vita Buona
La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.
Domenica 30 luglio - XVII del tempo ordinario - anno A - prima settimana del Salterio - colore liturgico verde 1Re 3, 5. 7-12; Sal 118; Rm 8, 28- 30; Mt 13, 44-52 Quanto amo la tua legge, Signore!
Che cosa avrebbe potuto domandare a Dio un giovane re, forse più timoroso che ambizioso? Avrebbe potuto domandare per sé e per il suo popolo prosperità, ricchezza, potere, dominio: chi avrebbe potuto rimproverarlo per una simile preghiera? Ma Salomone inaspettatamente chiede il dono della sapienza: è il “cuore docile” che sa “distinguere il bene dal male”, è il “discernimento nel giudicare”. Ed è da sapienti anche quest’oggi cogliere quello che Gesù ci dice nel vangelo con le tre brevi ma provocatorie parabole. Il perno delle prime due parabole è sulla scoperta di un bene prezioso e inaspettato, per cui – come conseguenza – vale la pena di lasciare tutto il resto. Inoltre c’è chi cerca e chi non cerca affatto, quindi non è la “ricerca” la condizione della sco- C perta. Questa è sempre dovuta a un colpo di fortuna o di grazia. Noi corriamo due rischi: 1. Rischiamo di ridurre il vangelo ad una morale. La “buona notizia” diventa così l’invito a un “buon comportamento” (sappiamo che molti cristiani vivono la fede come una limitazione, riducendola ad un peso da portare. Si è persa la sorpresa della scoperta, la percezione della grande fortuna avuta). Il secondo rischio è di andare dietro ai ritornelli dei nostri ambienti ecclesiali: se questi ragazzi (o giovani o adulti) non cercano niente, se non sono interessati, se sono superficiali… non c’è niente da fare! Come si può pretendere che siano cristiani e che magari alcuni si facciano preti, frati, suore se sono distratti da tante cose? Invece l’evangelista Matteo ci fa capire una cosa fondamentale che la Grazia di Dio precede ogni ricerca. Dobbiamo aver fiducia nella “sorpresa” di chi cerca e di chi non cerca. Il Regno di Dio è per tutti ed è sempre un dono. Evitati i due rischi, va presa la direzione concreta, giusta: il Vangelo viene incontro all’uomo nella concretezza della sua vita e della sua storia, nelle nostre vicende umane e nelle pieghe della nostra esistenza: il vangelo è un annuncio buono per la vita.
Abbiamo pertanto tre regole d’oro per un nuovo annuncio del Vangelo: 1. Mirare alla qualità della proposta nei termini del dono e della sorpresa. Il Vangelo infatti ha la capacità di mostrare da sé il suo valore. 2. Il nuovo annuncio del vangelo non parte dal richiamo alle esigenze morali del Vangelo, ma si impegna a risuscitare lo stupore, la meraviglia, la gratitudine per l’amore eccedente di Dio. 3. Il dono di Dio raggiunge le persone dentro la vita, riguarda le loro storie, raggiunge il loro bisogno di vita e in questo senso le “loro domande”. Il nuovo annuncio del vangelo mostra il suo volto generoso per una vita buona in tutte le sue vicende. La grande partita del nuovo annuncio del Vangelo si decide sulla capacità di mostrare che il Vangelo è una promessa di vita buona per le esperienze di vita della gente. La conclusione delle parabole parla dello scriba discepolo di Gesù che è come “un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. È la novità perenne del vangelo del Regno, valido per tutti i tempi, per cui la fede di ieri è giovane anche oggi e ha qualcosa da dire anche all’uomo contemporaneo. Ci sono cose nuove e cose antiche, ma il tesoro e la perla preziosa soddisfano la sete di verità e di realizzazione che alberga nel cuore dell’uomo d’oggi, come nel cuore dell’uomo di ogni tempo.
Don Piergiorgio Sanson
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