Prealpi, le ultime méde
Sul Col d'Artent ne è stata costruita una dal Gruppo Natura Lentiai
Un tempo facevano parte del paesaggio delle nostre Prealpi. Oggi sarebbero quasi completamente scomparse se lo scorso anno il Gruppo Natura Lentiai non ne avesse costruita una sul Col d’Artent, sui prati verso malga Garda dove in primavera fioriscono i narcisi. Stiamo parlando delle “méde”, i covoni di fieno (detti anche “pigne” per la loro forma che richiama la pigna, o “mar de fien”, “grune de fien / che i par bar /color de fer” li descriveva Andrea Zanzotto), che in passato venivano realizzate per conservare il fieno per l’inverno. Dopo il taglio dell’erba, naturalmente a mano, il fieno secco, che non era conveniente portare a valle appena raccolto, veniva stoccato nelle “méde” per poi essere trasportato, in inverno, con le “musse” (le apposite slitte) percorrendo le strade dedicate, oppure attraverso teleferiche. Così avveniva nelle zone prative del Cesen, del Praderadego, del Pian de le Femene, del Visentin...
Abbiamo scritto che senza l’iniziativa del Gruppo lentiaiese le “méde” (attenzione, l’accento è acuto e non grave, particolare non indifferente, come osserva il cultore del dialetto Terenzio Gambin, poiché il significato cambia completamente: méda=covone, mèda=mezza...) sarebbero “quasi” completamente scomparse, perché in realtà sulla strada che porta al Col d’Artent ve n’è un’altra, precisamente al rifugio Baiocco: esiste e resiste da anni e avrebbe bisogno di essere presa per mano.
“Sul Col D’Artent - raccontano i soci del Gruppo Natura - c’era da oltre vent’anni una “méda”, immortalata da diversi fotografi durante tutte le stagioni per finire poi su diversi calendari e libri di montagna. Da due anni la sua sopravvivenza era in forse, per questo la scorsa estate abbiamo deciso di intervenire perché non potevamo lasciare il luogo senza un punto di riferimento così importante e caratteristico». È partita quindi l’operazione “ricostruzione” che è durata una settimana. «Per fare una “méda” c’è una tecnica tutta particolare - sottolineano i volontari del gruppo - e c’è il rischio che venga persa. La nostra è stata, prima di tutto, un’iniziativa di carattere culturale e storico».
Tra coloro che conoscono tale tecnica vi è l’alpino Mario Magagnin di Tovena, che in passato costruiva delle “méde” vicino alla casa degli alpini sul San Boldo. Sempre a Tovena, nei prati di Cal de Culiè c’erano più “méde”.
Risale al 2016 l’ultima fienagione sul Pian de le Femene, nei pressi dell’agriturismo Casera Vecia, con la realizzazione di una “méda”: vi partecipavano anche i Revinot di Revine. Quest’anno c’è l’intenzione di riproprre l’iniziativa.
E pure sul Praderadego vi era la tradizione della giornata di fienagione e forse una “méda” resiste ancora...
Il Gruppo Natura Prealpi è impegnato in altri due progetti sul Col d’Artent, entrambi portati avanti con la scuola agraria di Feltre e l’azienda Unifarco di Sedico: l’estirpo del veratro, erba infestante che soffoca i narcisi, e il ripristino di una lama. Ma «il lavoro è tanto e le forze esigue, servono nuovi volontari appassionati del territorio per il mantenimento dei prati della nostra montagna».
Federico Citron
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