SANTA AUGUSTA: anche quest'anno il pellegrinaggio da Belluno
Si parte alle 4.30 di domenica 22 dal duomo di Belluno: complessivamente 33 km di cammino
Si avvicina il momento di ritornare a piedi a Sant’Augusta di Serravalle, vergine e martire. Nata, secondo la tradizione, a Piai di Fregona (410 ca.), fu martirizzata a Serravalle (430 ca.) per aver abbracciato pienamente la fede cristiana. Messa a morte dal suo stesso padre Matrucco, generale di Alarico, re dei Visigoti, che conquista il Friuli e si stabilisce in un castello sul monte Marcantone nei pressi di Serravalle, Santa Augusta è venerata per i suoi miracoli e grazie che concede ancora ai suoi devoti.
In questi giorni riaffiora così alla mente l’idea del pellegrinaggio da Belluno al santuario aggrappato sul pendio del Monte Marcantone. Il 22 agosto, in occasione della festività di S. Augusta, verrà riproposto, per il sesto anno di seguito, il pellegrinaggio a piedi dal Duomo di Belluno al Santuario di Serravalle di Vittorio Veneto intitolato alla Santa Martire.
Il “cammino di Santa Augusta” recupera la realtà storico-religiosa di un pellegrinaggio esistito fino al primo dopoguerra, che partiva da Cirvoi e si concludeva al santuario di Santa Augusta a Vittorio Veneto. A tal proposito sono ormai pochissime le testimonianze rimaste: un articolo comparso sull’Eco del Castionese e qualche fonte orale di chi all’epoca aveva appena 10 anni. Tradizionalmente si partiva da Cirvoi, si saliva le Ronce, si scollinava alla Forcella Zoppei e quindi si scendeva a Serravalle da dove, con un ultimo strappo, si raggiungeva il santuario. Accanto a questo percorso, qualcuno ricorda varianti per la cima del Col Visentin, per il Pian de le Femene o per il Fadalto.
Le testimonianze ci riportano alla memoria due modi di vivere la traversata. Uno “laico” con l'utilizzo dei carri attraverso il Fadalto o il Pian de le Femene al fine di raggiungere Santa Augusta per trovare marito o per scambiare dei prodotti alla sagra; l’altro, invece, più devozionale, attraverso la Forcella Zoppei per chiedere grazie alla salute dello spirito e del corpo (soprattutto per il mal di testa e il mal di schiena).
Nel 1931 un gruppo di 12 ragazze, come cita Teresina Tormen, partirono da Cirvoi armate solo di fede e buona volontà e, sfilando per Valdelle, Ronce, Valdart, Zoppei, Fais, attraverso sentieri erbosi e sassosi, dopo aver passato una notte all’albergo sotto le stelle, raggiunsero il santuario. Si tratta di una delle ultime testimonianze prima dell'oblio.
Ma questa è la cronaca: per quel che ci riguarda il bello dell’esperienza è il cammino, la condivisione di tutto quello che avviene. Immagino che nei primi anni del secolo fosse un’occasione per togliersi dagli affanni di tutti i giorni e ritagliarsi del tempo per stare assieme, passare una notte sotto le stelle con gli amici o le amiche sotto l’occhio vigile di qualche anziano e andare a vedere un pezzo di mondo altrimenti molto distante.
Ecco il percorso. Il ritrovo è alle 4.30 in un punto sotto al Duomo e poi via, man mano con passo più sciolto e con più tranquillità, qualche pila accesa nei viottoli sopra Castion e all’alba siamo a Cirvoi. La vecchia “strada” che da lì passa per Crede e poi sale alle Ronce, quella che sicuramente avranno percorso nel 1931, tra frane e postumi di Vaia non è al momento percorribile, ma pazienza, si sale comunque, per la strada bianca non passano molte automobili. E poi Ronce, Valdart, la “lama”, un lungo traverso nel bosco e poi il verde dei pascoli sommitali, Casere (Malga) Zoppei, ormai rudere, e infine la forcella da dove si può vedere tutta la strada percorsa e quella che rimane da fare. E poi si scende a capofitto, sentiero ripido fino a sbucare alle frazioni più alte; Collon, Croda Rossa, poi Savassa con l’afa che aumenta ad ogni passo, poi Vittorio. Si passa il Meschio e c’è l’ultima salita, nel caldo soffocante del pomeriggio. Quindi l’arrivo, il riposo e per chi vuole la Messa. Complessivamente sono previsti 33 km, con un dislivello di 1300 metri in salita e di 1500 in discesa.
L’incontro e il dialogo lungo la strada con altre persone (molti fino ad allora non si conoscono) sarà la porta per creare spontaneamente un clima allegro, ma allo stesso tempo adatto alla riflessione individuale e anche alla preghiera. L’esperienza passata ci porta a ricordare e ricercare ancora quella condizione calma, il piacere di camminare e di respirare l’aria pulita del mattino, di far spaziare lo sguardo dalle cime delle Prealpi fino al mare lontano.
Il cammino è il tempo per ricordare don Francesco Cassol, sacerdote “in cammino” con lo zaino in spalla, giubbino da montagna e pedule, scomparso nelle campagne della Murgia tra il 21 e 22 agosto 2010, durante un raid Goum. Il cammino, proprio dello stile di don Francesco, è il simbolo ‘umano’ e spirituale di questa straordinaria figura di prete di montagna, negli anni diventato una delle colonne portanti della diocesi di Belluno.
Quindi prepariamo lo zaino, leggero, puntiamo la sveglia molto prima dell’alba e prepariamoci a un buon Cammino che si trasformerà in una nuova entusiasmante esperienza di viaggio meditativo nella natura immersi nelle tradizioni del nostro territorio.
Partenza dal Duomo di Belluno: 22 agosto 2021 ore 4,30; arrivo e Santa Messa al Santuario di Sant’Augusta: ore 17 circa; rientro: con mezzi propri.
Per informazioni, contattare: Associazione Gruppi ‘Insieme si può’ Onlus - ONG: 0437 291298; Roberta Balcon: cell 3287132036.
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