NATALE 2025: gli auguri del vescovo Riccardo
"Ricordiamoci che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio che ha voluto diventare uno di noi"
Redazione Online
23/12/2025
"Gesù tra i volti, in mezzo a noi" - Disegno di Mara Cattai (2025)

In prossimità del Natale, pubblichiamo gli auguri che il vescovo Riccardo Battocchio nei giorni scorsi ha espresso tramite le pagine del nostro giornale. Pubblichiamo il messaggio integralmente anche on line.  

Nel primo Natale che mi è dato di vivere assieme ai cristiani e a tutte le altre persone che vivono nella diocesi di Vittorio Veneto, il mio augurio è uno solo: che più di qualcuno, in questi giorni, si ricordi di Gesù. Quel Gesù del quale celebriamo la nascita è uno di noi ma non è uno dei tanti. È nato da una donna, Maria di Nazaret, ma è il Figlio di Dio, e lo è in un modo del tutto speciale.

Nell’anno che sta per chiudersi abbiamo fatto memoria del Concilio di Nicea, celebrato giusto 1700 anni fa. In quell’occasione i vescovi presenti diedero voce alla fede della Chiesa dichiarando con chiarezza che il Figlio di Dio è “della stessa sostanza del Padre”. Per dire che chi incontra Gesù, nei tanti modi in cui egli si fa vicino a noi, non incontra solo una brava persona, un maestro sapiente, un profeta autorevole ma Dio stesso. Ce lo ricorda l’evangelista Giovanni: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1,18). Se le parole e i gesti di Gesù hanno valore per noi e se li apprezziamo come fonte di ispirazione per la nostra vita, è perché i suoi insegnamenti e le sue azioni manifestano in pienezza chi è veramente Dio e quali sono le reali possibilità della creatura umana. Non solo perché corrispondono ai nostri desideri più profondi o alle nostre più alte aspirazioni.

Ricordiamoci che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio che ha voluto diventare uno di noi, che ha voluto donare la sua vita per noi per far sì che anche noi, in qualunque situazione ci troviamo, possiamo prendere parte alla sua stessa vita e, così, all’amore che lo unisce al Padre e allo Spirito Santo.

Ha perciò senso continuare a impegnarsi perché le relazioni fra le persone siano meno segnate dalla violenza (verbale e fisica), perché il rapporto la terra non sia di puro e semplice sfruttamento, perché non sia inutile lo sforzo di chi cerca di contribuire, pur con tanta fatica, alla pace fra le nazioni. Ha senso continuare il pellegrinaggio della speranza anche dopo la fine del Giubileo. Ha senso dedicare un po’ di tempo alla preghiera e alla lettura della Bibbia. Ha senso esprimere pubblicamente la nostra fede, continuare o riprendere a partecipare alla Messa domenicale, favorire percorsi di prossimità nei confronti delle persone più sole, essere attenti a quello che succede nel mondo.

Insomma, nel primo Natale che celebro con voi come vescovo auguro a tutti di ricordarsi, di tanto in tanto, che Gesù è il Cristo e che in lui abbiamo la vita e la pace, quella vera.

                                                                              + Riccardo Battocchio, Vescovo di Vittorio Veneto

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