VATICANO: una Nota sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e intelligenza umana
“Antiqua et Nova” il titolo
Agenzia Sir
29/01/2025
Il concetto di robot, intelligenza artificiale e umano. La citazione della "Creazione di Adamo" nella Cappella Sistina

“Distinguere il concetto di intelligenza in riferimento all’IA e all’essere umano”. È l’obiettivo principale della Nota “Antiqua et Nova” sul rapporto tra IA e intelligenza umana, elaborata dal Dicastero per la dottrina della fede e dal Dicastero per la cultura e l’educazione. Nel testo “si considera la prospettiva cristiana sull’intelligenza umana, offrendo un quadro generale di riflessione fondato sulla tradizione filosofica e teologica della Chiesa”, per poi proporre “alcune linee guida allo scopo di assicurare che lo sviluppo e l’uso dell’IA rispettino la dignità umana e promuovano lo sviluppo integrale della persona e della società”.

I progressi della tecnologia umana, si legge nella Nota, “consentono ai sistemi di IA di rispondere a differenti tipi di stimoli provenienti dagli esseri umani, di adattarsi a nuove situazioni e persino di offrire soluzioni inedite non previste dai programmatori originali”. “A causa di tali rapidi progressi, molti lavori un tempo gestiti esclusivamente dalle persone sono ora affidati all’IA. Tali sistemi possono affiancare o addirittura sostituire le possibilità umane in molti settori, in particolare in compiti specializzati come l’analisi dei dati, il riconoscimento delle immagini e le diagnosi mediche”.

Il rischio, quindi, è arrivare a “mettere in ombra la stessa persona umana”, usando la parola “intelligenza” sia in riferimento all’intelligenza umana che all’IA. “Questo approccio riflette una prospettiva funzionalista, secondo la quale le persone sono valutate in base ai lavori che possono svolgere. Tuttavia, il valore di una persona non dipende dal possesso di singolari abilità, dai risultati cognitivi e tecnologici o dal successo individuale, bensì dalla sua intrinseca dignità fondata sull’essere creata a immagine di Dio”. Il problema, allora, è “come assicurare che i sistemi di IA siano ordinati al bene delle persone e non contro di esse”, attraverso “un uso etico dei sistemi di IA” che “chiama in causa innanzitutto coloro che li sviluppano, producono, gestiscono e supervisionano; una tale responsabilità è condivisa anche dagli utenti”.