CONEGLIANO: mostra di maschere antiche
Sabato 8 febbraio inaugurazione con una conferenza
Redazione Online
06/02/2025

Dall’8 febbraio al 4 marzo Conegliano ospiterà una mostra di maschere, costumi e riti tradizionali delle vallate dolomitiche provenienti dalla raccolta di Gianluigi Secco.

Creata a fine anni '80 da Gianluigi Secco e un gruppo di amici artisti tra i quali Vico Calabrò, Olga Riva Piller, Claudio Nevyjel e Franco Fiabane, la collezione è stata mostra itinerante in Italia ed Europa fino al 2019 per trovare poi sede fissa a Palazzo Secco a Belluno, dall’ottobre 2023, costituendo il nucleo del Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco.

Gianluigi Secco, già conosciuto in trasmissioni televisive quali “A marenda coi Belumat”, è stato un formidabile studioso di tradizioni locali, ricette, riti, credenze, canti, balli e giochi inizialmente dell’area dolomitica e poi veneta che negli anni ha raccolto ed archiviato, anche in forma digitale, diventando pioniere nell’uso dei moderni mezzi tecnologici.

Ora, grazie alla collaborazione tra il Museo, il CCCC (centro di cultura contemporanea /conegliano) e il patrocinio del Comune di Conegliano, parte di questa preziosa collezione prenderà vita all’oratorio dell’Assunta, nella centralissima piazza Cima, dove sarà visitabile tutti i sabati e le domeniche fino al 4 marzo.

Protagonisti di riti ancestrali, e prossimi candidati al riconoscimento come patrimonio immateriale dell'umanità UNESCO, il Matazin, il Lachè, la Matazera, i Paiazi, il Capobal e ancora la Gnaga sono solo alcune delle figure rituali che caratterizzano le mascherate arcaiche delle vallate dolomitiche. E se queste usanze tanto curiose e variopinte, cosí apparentemente lontane dalla nostra esperienza, non fossero invece parte di un insieme di riti comuni non solo alla zona prealpina, ma –in varie gradazioni– a tutta Europa? 

Su questo tema verterà la conferenza inaugurale che si terrà sabato 8 febbraio alle  18, presso l’Aula Magna dell’ex Convento di San Francesco, nella quale l’antropologo ed etnografo Cesare Poppi, affiancato dall’antropologa e libraia Vera Salton, introdurrà il pubblico al contesto e alla storia di queste pratiche viventi. 

La mostra rimarrà aperta tutti i sabati e le domeniche dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18, sono poi previste due aperture straordinarie nei pomeriggi lunedí e martedí grasso dalle 14.30 alle 18.