TRANSIZIONE ECOLOGICA. Da Assisi un appello: “Il cambiamento comincia da noi, e non finisce con noi”
Ad Assisi 40 organizzazioni cattoliche a 10 anni dalla "Laudato si’"
Agenzia Sir
22/09/2025

  “Oggi, più che mai, siamo chiamati a passare dal dire al fare, dai dibattiti ai dialoghi, dalle dichiarazioni alle scelte quotidiane. Servono gesti concreti, comunità vive per la costruzione di un futuro giusto. Ci sarà vera transizione solo con la partecipazione. Ci sarà pace con la Terra, se impariamo a camminare in pace tra noi. Siamo dentro un tempo favorevole, un kairòs. Rispondiamo insieme a questa chiamata alla responsabilità per la transizione ecologica, con mitezza e determinazione, creatività e perseveranza, ispirati da san Francesco, patrono d’Italia, e dal suo Cantico delle Creature”.

Si conclude con queste parole l’appello “Chiamata alla responsabilità per la transizione ecologica: dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare” lanciato oggi ad Assisi dal Movimento Laudato si’, insieme al Sacro Convento di San Francesco, alle Famiglie francescane, ai vescovi Domenico Sorrentino (Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno) e Luciano Paolucci Bedini (Gubbio e Città di Castello), a don Marco Pagniello (direttore Caritas Italiana), a don Bruno Bignami (direttore dell’Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro della Cei) e a 40 organizzazioni cattoliche, tra cui Acli, Agesci, Azione Cattolica italiana, Fuci, Masci, Coldiretti, Usmi, Movimento dei Focolari Italia, Comunità Papa Giovanni XXIII, Pax Christi Italia, Presidente Pro Civitate Christiana e Fondazione Missio.Nell’800° anniversario del Cantico delle Creature di San Francesco e nel 10° anniversario della Laudato si’, a muovere i firmatari è la convinzione che “la dimensione dalla quale è possibile partire per muovere gli animi di ogni donna e uomo di buona volontà è quella della spiritualità ecologica, il cuore della conversione”.

La spiritualità ecologica – viene sottolineato nell’appello – “che ci invita a resistere ogni giorno all’indifferenza, scegliendo la cura e la prossimità”. “È lì che si coltiva un’energia diversa: rinnovabile e democratica, fatta di comunità che condividono e si aiutano attraverso l’ascolto reciproco”. Nel testo vengono individuate tre “chiamate”. La prima è “alla responsabilità collettiva per la transizione ecologica” perché è necessaria “una conversione integrale, personale e comunitaria, che metta in relazione l’ambiente, l’economia, la società, la politica, la cultura, la giustizia, la spiritualità”.

L’urgenza è quella di avviare una “transizione ecologica dal basso”, come indicato nella Evangelii Gaudium. La seconda chiamata è “ad avere una coscienza critica ed informata” che renda possibile “riconoscere il valore di un patrimonio tanto prezioso quanto fragile”. “Prendersene cura – viene rilevato – è un gesto d’amore verso il futuro e un segno di solidarietà verso i più vulnerabili, che già oggi subiscono gli impatti più gravi della crisi climatica”.

“Non possiamo restare indifferenti: il grido della terra e dei poveri ci interpella e ci chiede di scegliere da che parte stare”, il monito dei firmatari. Infine, la “chiamata al dialogo come metodo e valore”: “le comunità, ed in particolare le basi dei nostri movimenti, parrocchie ed associazioni”, sono esortate “a praticare il dialogo costruttivo con l’intera società civile e ad interessarsi con responsabilità del territorio, della vita civile, dell’ambiente in cui abitiamo”.“In un tempo attraversato da urgenze e speranze, la conversione ecologica – osservano i firmatari – si rivela come un atto di giustizia, un cammino di cura, una sfida spirituale. Un compito condiviso, una responsabilità che interpella donne e uomini di buona volontà”.  


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