Si contano nel comparto oltre 500 unità, fra sedi e filiali dipendenti (400 a Treviso e 100 a Belluno) per quasi 1.700 addetti distribuiti fra le due province. Province che hanno avuto e conservano un ruolo di ruolo di primo piano nella diffusione del gelato anche all’estero.
I dati diffusi in vista della 64^ edizione del MIG (Mostra internazionale del Gelato di Longarone, prevista per il prossimo novembre) e in occasione della 45^ edizione di SIGEP (il Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianale tenutasi a Rimini lo scorso gennaio) evidenziano come l’Italia sia il primo Paese in Europa per numero di punti vendita (gelaterie pure, ma anche bar e pasticcerie che offrono gelato artigianale), come per giro d’affari, che ha sfiorato i 3 miliardi nel 2023 (+11% rispetto all’anno precedente).
L’Italia è leader mondiale anche nel settore degli ingredienti e dei semilavorati per gelato, come nel settore della produzione delle macchine e delle vetrine per le gelaterie. Una parte di questa “catena del freddo” passa anche per le province di Treviso e Belluno, anche se è difficile scorporarla dal più ampio comparto del food service equipment.
Importanti anche i numeri del gelato confezionato industriale. Secondo i dati del settore gelati di Unione Italiana Food, nel 2023 l’Italia ha realizzato quasi 170 mila tonnellate di gelato industriale, per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro, collocandosi al terzo posto tra i principali produttori europei di gelato, dopo Germania e Francia, ed in terza posizione come esportatore dopo Francia e Olanda.
In termini di occupati il comparto del gelato impiega circa 75.400 addetti in Italia, di cui 7.800 in Veneto e 1.700 tra le province di Treviso e Belluno.
Per la produzione industriale di gelati va inoltre evidenziato, negli ultimi anni, l’intensificarsi dei processi di fusione/acquisizione, che, nel caso più noto relativo alla provincia di Verona, ha determinato la conversione della storica sede d’impresa in filiale di un noto marchio nazionale con sede fuori regione. Si aggiungano anche i processi di diversificazione di gamma, sempre operati dai grandi gruppi industriali, come un recente spot ci ricorda.
Ciò premesso, a fine giugno 2024 nel territorio nazionale risultano operanti nel comparto, come sopra approssimato, 18.340 sedi d’impresa e quasi 6.800 filiali dipendenti, che occupano complessivamente quasi 75.400 addetti, come già ricordato. Di queste, 1.535 sedi (l’8,4%) e 617 filiali (il 9,1%) sono attive in Veneto e occupano sul territorio regionale poco meno di 7.800 addetti, data quest’ultimo, che posiziona il Veneto al secondo posto tra le Regioni italiane per occupati nel comparto.
In provincia di Treviso si concentra il 20% delle sedi venete del comparto (307) e il 16% delle filiali dipendenti (99), che complessivamente occupano quasi 1.300 addetti. Numeri che collocano la provincia tra le prime venti in Italia sia per numero d’imprese che di addetti.
Più contenute le consistenze in provincia di Belluno, con 82 sedi (il 5,3% del totale regionale), 19 unità locali dipendenti (il 3,1% del totale regionale), e poco più di 400 addetti nel territorio.
La quasi totalità delle imprese e unità locali, come è facile attendersi, si concentra nel codice Ateco 56.10.3 «Gelaterie e pasticcerie» (ricordiamo che le pasticcerie non sono scorporabili). Adottando la misura degli addetti, il peso dei singoli settori del comparto diventa il seguente:
- il peso delle “gelaterie e pasticcerie” sul totale del comparto va dal 94,2% a livello nazionale, fino a sfiorare il 99% a Belluno. Il dato medio Veneto è del 94,1% e per Treviso è del 96%;
- Il peso delle attività di produzione di gelato senza vendita diretta (Ateco 10.52) è del 5,5% a livello nazionale e del 5,7% a livello Veneto, mentre a Treviso si ferma al 3,7% e a Belluno è quasi nullo (0,2%);
In termini dimensionali, non emergono importanti differenze tra le attività di produzione manifatturiera e le c.d. gelaterie artigianali: chi produce gelati ha in media 5/6 addetti, contro i 3/4 addetti delle gelaterie e pasticcerie. Segno che prevale ovunque la dimensione artigiana, come si evince subito dai dati a seguire.
Infatti, è netta la prevalenza delle imprese artigiane a tutti i livelli territoriali. In Veneto le sedi artigiane del comparto rappresentano l’82,5% del totale, quota che sale all’84,7% in provincia di Treviso, mentre è del 79,3% in provincia di Belluno.
Quasi un terzo delle sedi attive è impresa femminile con minime differenze fra territori. In queste attività l’incidenza dell’imprenditoria femminile è ben superiore al dato medio (regionale o provinciale) che viaggia attorno al 20-21%.
Analoga cosa si riscontra per le imprese giovanili: nel comparto gelati pesano per quasi il 10%, contro una media del 7-7,5%. Anche qui, tanto in Veneto, quanto a Belluno e Treviso.