
Suona un campanello d’allarme per l’export manifatturiero nella Marca Trevigiana. Nei primi sei mesi del 2025, i nove settori a maggiore incidenza delle PMI locali hanno registrato una contrazione complessiva del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una perdita di 118 milioni e 585 mila euro di fatturato. Un dato più preoccupante rispetto alla media regionale veneta, che si attesta a un -1,5%, pur confermando il Veneto al terzo posto tra le regioni esportatrici italiane.
Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, commenta:«Più che l’effetto dei dazi dell’amministrazione Trump, a pesare sono le crisi internazionali e l’incertezza che generano. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è la tendenza negativa iniziata già nel 2024. Le PMI trevigiane sono fortemente votate all’export e vanno sostenute in questa fase critica».
Sartori lancia un appello alle istituzioni:«Dalla Regione ci aspettiamo una vera politica industriale che tuteli il nostro potenziale imprenditoriale. Dal Governo nazionale servono urgentemente semplificazioni burocratiche e incentivi all’innovazione pensati per le PMI. E l’Unione Europea deve rivedere regole spesso troppo complesse, in favore di politiche che accompagnino le imprese nella transizione digitale ed ecologica».
I settori in sofferenza (e quelli che resistono)
Nel dettaglio, tra i comparti tradizionali dell’economia trevigiana, i cali più consistenti si registrano in:
- Prodotti in metallo: -9,1%, export pari a 433,9 milioni di euro
- Mobili: -7,4%, per 862,3 milioni
- Abbigliamento: -8,2%, 378,5 milioni
- Tessile: -5,3%, 124,3 milioni
- Articoli in pelle: -1,1%, 543 milioni
Crollo verticale per il settore della stampa e riproduzione di supporti registrati, passato da 191,6 milioni nel primo semestre 2023 a soli 18,8 milioni nel 2025, con un calo del 90,2% in due anni.
In controtendenza, invece, due comparti:
- Legno: +16%, con 123,8 milioni di euro esportati
- Prodotti alimentari: +7,4%, per un totale di 351,8 milioni
Esportazioni: nuovi mercati da esplorare
Nonostante le difficoltà generali, alcuni mercati continuano a trainare — o a offrire nuove opportunità.
I cinque principali Paesi importatori rappresentano il 59% dell’export provinciale, pari a 3,43 miliardi di euro. La flessione complessiva verso questi mercati è contenuta a -0,9%, con dinamiche differenziate:
- Germania (primo partner): +1%
- Regno Unito: +1,7% nonostante la Brexit
- Stati Uniti: -4,6%
- Francia: -1,5%
- Spagna: -1%
Crollano invece le esportazioni verso:
- Romania: -13,5%
- Svezia: -13,3%
In forte espansione:
- Emirati Arabi Uniti: +41,5%, con export a 103,4 milioni
- Cina: +9%, con un record di 146,8 milioni esportati nel semestre
Sartori conclude:«Il grande malato non sono solo gli Stati Uniti. Stiamo assistendo a contrazioni nei mercati tradizionali, ma anche a interessanti aperture verso Paesi emergenti. Come Associazione, il nostro compito è guidare le imprese verso questi nuovi sbocchi, per compensare il calo dei partner storici del Made in Treviso.»