È con grande soddisfazione che presentiamo in questo primo numero dell'anno 2014 l'evento che da tempo ci prepariamo a celebrare: il secolo di vita de L'Azione.
È un traguardo senza dubbio assai prestigioso: cento anni nei quali questo giornale locale, fondato il 5 dicembre 1914, è continuamente uscito, eccetto una breve parentesi durante e in seguito alla prima guerra mondiale.
L'Azione è stato il giornale che ha accompagnato da protagonista la vita della nostra diocesi in questo secolo. Già nel suo programma, come appare nel primo numero, esso si pone come un foglio che invita i cattolici a scuotersi, a muoversi, ad agire. E a questo programma si è sostanzialmente mantenuto fedele. Certo, ci sono state in questi cento anni stagioni politiche, sociali e culturali diverse e inevitabilmente anche il giornale, nella sua linea e nei suoi contenuti, ne ha risentito. E tuttavia esso è stato uno strumento pastorale che ha mantenuto una presenza viva ed efficace di informazione, di comunicazione e di formazione che ha profondamente segnato questi cento anni della nostra chiesa.
Il progetto iniziale del nostro giornale diocesano era costituito da un trinomio assai sentito nei primi anni del '900: Dio, patria, popolo. Pur in maniera differente lungo questi decenni, possiamo dire che L'Azione ha mantenuto fermi questi riferimenti: l'ispirazione religiosa ed ecclesiale; il riferimento agli avvenimenti sociali e politici del nostro Paese; la sensibilità e l'attenzione alla cultura del nostro popolo e alle sue vicende storiche concrete. Possiamo sicuramente dire che proprio la fedeltà alla dimensione religiosa, popolare e sociale della nostra terra ha caratterizzato profondamente anche L'Azione com'è stato per tutti i giornali diocesani del nostro Veneto.
Dedicare attenzione e impegno di riflessione per celebrare degnamente questo cent enario diventa per noi una necessità di coerenza. La grande eredità che questo giornale diocesano ci affida nel suo centenario, è la capacità di saper mantenere, anche oggi, uno sguardo capace di leggere e di discernere - come singoli battezzati e come comunità cristiana - i fatti e gli orientamenti sociali, culturali e religiosi nei quali noi siamo posti a vivere. Una lettura ecclesiale che consenta ad ogni lettore di interpretare con i criteri della fede gli eventi che si svolgono davanti ai suoi occhi nella Chiesa e nel mondo e che - nello stesso tempo - continui a stimolare il nostro agire. In questo modo il nostro giornale diocesano potrà continuare ad essere quella sentinella che esorta a rimanere svegli, attenti, pronti all'azione, come faceva programmaticamente cento anni fa il primo numero de L'Azione, che sotto il titolo "Il nostro programma" spiegava. «È il nostro nome. Sorgiamo per chiamare a raccolta… Bisogna che ogni vero credente prenda nella vita il posto che l'epoca nostra tempestosa ci ha assegnato; occorre che ogni cristiano sia un apostolo nella proporzione della sua intelligenza, della sua missione, del suo stato…».
Mi auguro che questa ricorrenza - con i momenti che la celebreranno - non si limiti ad un nostalgico ricordo, ma valga a dare ulteriore impulso e diffusione al nostro giornale diocesano, consentendogli di svolgere nel modo migliore quella missione intuita e generosamente iniziata da alcuni laici, incoraggiati dal vescovo, in un lontano 5 dicembre di cento anni fa.