AVIS: “Continuate a donare il sangue!”
La paura non deve fermare la raccolta in Veneto, già calate le donazioni
“Donatori volontari, continuate a donare! La paura non deve fermare la raccolta di sangue e plasma in Veneto. I nostri centri sono sicuri e il vostro dono essenziale”.
Il presidente dell’Avis regionale, Giorgio Brunello, torna a rivolgersi ai 131 mila soci donatori veneti perché non rallentino il loro periodico appuntamento con la donazione.
“La nostra regione e l’Italia tutta stanno vivendo una situazione nuova e delicata – continua - siamo tutti sotto pressione ormai da settimane e i vostri timori sono comprensibili, ma sapete che la vostra sicurezza è sempre al primo posto, così come quella dei malati che ricevono il vostro sangue”.
Chi va a donare entra in un ambiente protetto: l’autodiagnosi prima, i controlli all’ingresso, i controlli sanitari e la visita medica sono una garanzia per la salute dei donatori. I Centri trasfusionali e i centri di raccolta associativi, già sottoposti a rigorosi controlli per il loro ruolo, da febbraio applicano anche i protocolli di prevenzione emanati dal Ministero-Centro nazionale sangue (Cns) e dal Centro regionale attività trasfusionali (Crat), continuamente aggiornati. Una serie di azioni, dal ‘triage’ fatto nei centri di raccolta con la misura della temperatura, alla diffusione delle informazioni sulle pratiche di prevenzione, minimizza anche il rischio residuo.
“Una rassicurazione che ci teniamo a fare perché le donazioni stanno subendo delle flessioni. Gennaio e febbraio sono da sempre mesi critici per via delle influenze, ma con l’arrivo del coronavirus in Veneto le cose sono peggiorate”.
Dal 21 febbraio e per i primissimi giorni c’è stato un brusco arresto delle donazioni, con molte disdette di prenotazioni. Nel padovano a rallentare ci sono state anche le chiusure di alcuni Ct (Montagnana ha riaperto il 28 febbraio). La paura ha bloccato i donatori che poi, grazie alle informazioni e alla vicinanza dei volontari delle Avis comunali e provinciali, hanno poco a poco ripreso a donare. Anche l’utilizzo di sangue è diminuito per il rinvio di alcuni interventi e per fortuna il sistema è in equilibrio.
“Stiamo raccogliendo i dati per poter quantificare quanto prima il calo e capire quanto possa mettere a rischio le terapie, le cure e gli interventi chirurgici – continua Brunello –oltre a compromettere le eccedenze per le compensazioni tra regioni”. Ogni giorno, in Italia, 1800 pazienti hanno bisogno di sangue.
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