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CGIL: voucher,“Una vergogna. Precarizzano e incentivano il lavoro irregolare”

Un regalo a chi sfrutta il precariato e a chi ricorre al sommerso

CGIL: voucher,“Una vergogna. Precarizzano e incentivano il lavoro irregolare”

Il Governo Meloni ha riproposto, nel pacchetto di misure sul lavoro contenuto nella Manovra Finanziaria, la reintroduzione dei voucher per alcuni comparti, tra i quali il settore alberghiero e quello della ristorazione e della cura alla persona, “l'ennesima beffa ai danni di lavoratori e lavoratrici già duramente colpiti da precariato e bassi salari” secondo Alberto Irone, segretario generale della FILCAMS CGIL di Treviso.

“Nonostante anni di battaglie, la raccolta di più di un milione di firme per il referendum e poi l’abrogazione nel 2017, si reintroducono buoni lavoro, come ricetta per incrociare domanda e offerta ma forse solo ed esclusivamente per abbattere il costo del lavoro per le aziende, un regalo a chi sfrutta il precariato e a chi ricorre al sommerso. Una vergogna - tuona il vertice della categoria che per la CGIL trevigiana rappresenta gli addetti dei settori alberghiero, ristorazione e lavoro domestico, ovvero la platea coinvolta”.

Una proposta allarmante per la FILCAMS CGIL, da sempre contraria alla reintroduzione dei voucher, ritenuti strumento dannoso per il comparto del turismo e della cura alla persona: “con buona pace delle posizioni espresse da Mario Pozza e da Dania Sartorato - rispettivamente presidente della Camera di Commercio e dell’Unione provinciale di Confcommercio - è inconfutabile che incentivano il lavoro irregolare, nascondono il nero e non riducono la precarietà così come dimostrato in tanti anni di utilizzo - sottolinea Alberto Irone -. Soprattutto, non è la loro assenza che ha determinato una diminuzione di personale, ma condizioni di lavoro e di salario che continuano a peggiorare e non sono più accettabili, nonché la mancanza concreta di manodopera. La volontà di estendere l’utilizzo ha solo il rischio di produrre un effetto sostitutivo: dal lavoro contrattualizzato, dove sono già presenti strumenti di flessibilità e contratti stagionali comunque ancorati alla disciplina dei Contratti Nazionali di Lavoro, ad un lavoro precario sotto il profilo dei diritti, delle tutele, del salario e dei contributi previdenziali”.

“In questa fase difficile, in cui il settore del turismo, così come molti altri, cerca di uscire dalla crisi prodotta dall’emergenza sanitaria, c’è bisogno di politiche di sviluppo strutturali, non di un ritorno al passato - lancia un messaggio diretto alle parti datoriali e alla rappresentanza produttiva della Marca Alberto Irone -. Formazione professionale, assunzioni stabili e buona occupazione: abbiamo bisogno di interventi per favorire un lavoro regolare, dignitoso e sicuro per sostenere e rilanciare i settori e ridare slancio all'economia del territorio”.

(comunicato stampa)

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