Giovedì prossimo 21 febbraio alle 20.45 a Villa Frova, a Stevenà, viene proposta una serata particolare, dedicata all’illustre canevese Domenico Rupolo, con la proiezione di un filmato, opera di Cirino Italia, che illustra la maggior parte delle opere realizzate dal celebre architetto e scultore nel corso della sua vita. Seguirà una relazione dell’architetto Moreno Baccichet.
Di umili origini, Domenico Rupolo nasce a Caneva il 21 novembre 1861. Dopo una breve esperienza scolastica, durata solo due anni, Domenico viene mandato dai genitori in una bottega di calzolaio, per imparare il mestiere. A distanza di qualche mese però, trova lavoro, come apprendista, in una cava di pietra di Sarone, dove lavora fino all’età di 15 anni. Durante il tempo libero si diletta ad eseguire disegni e piccoli modelli in creta di chiese e campanili e questa passione attira l’attenzione di uno scalpellino ornatista di Vittorio Veneto, di passaggio per Caneva, che invita il Rupolo a lavorare nella sua bottega. Qui si fermerà per cinque anni, perfezionandosi nella scultura e frequentando, contemporaneamente, le scuole locali di disegno ed ornato.Nel 1882, a 21 anni, Domenico giunge a Venezia, per iscriversi all’Accademia di belle arti dove, otto anni dopo, otterrà il diploma di professore di Disegno architettonico, diventando, quindi, architetto.Dopo un breve periodo di tempo, che lo vede a Bucarest, la capitale della Romania, impegnato nella costruzione di palazzi e monumenti, per conto dell’allora re e della principessa Bibescu, Domenico Rupolo ritorna in Italia, dove viene nominato ispettore dell’Ufficio regionale del Veneto per la conservazione dei monumenti.Comincia, così, il fervido e proficuo periodo di attività dell’architetto canevese che, in pochi anni, realizza o ristruttura a Venezia, nel Veneto e anche in Friuli, numerosi edifici sacri, oltre che ville, palazzi e monumenti.Il suo stile, un misto di reminiscenze romaniche, bizantine e gotico-quattrocentesche, con l’applicazione di motivi liberty, trova ovunque molti consensi ed estimatori. Nel 1907, il comune di Venezia gli affida la progettazione di quella che può essere considerata come una delle sue opere più importanti e significative: la Pescheria Nuova di Rialto.Tra i suoi innumerevoli lavori (una cinquantina quelli a carattere religioso, una ventina quelli civili), oltre a decine di interventi di ristrutturazione di importanti edifici, paiono degni di menzione, solo per rimanere nella diocesi di Vittorio Veneto, i lavori di sistemazione della facciata della cattedrale (con Gaetano Moretti) e la decorazione della cripta di san Tiziano. Sua anche l’urna bronzea, che contiene le reliquie del santo patrono della diocesi. Sempre a Ceneda, l’architetto Rupolo realizza anche la cappella del seminario. Sua la progettazione della chiesa arcipretale di Pieve di Soligo e delle chiese parrocchiali di Piavon, Farra di Soligo, Santa Lucia di Piave, Falzè di Piave, San Fior di Sotto, San Cassiano di Livenza, Collalto e Bibano. A lui si deve anche la progettazione dei campanili di Montaner, Santa Lucia di Piave, Cozzuolo e Falzè di Piave. Numerosi anche gli interventi di sistemazione e di ampliamento di edifici religiosi. Tra questi le chiese parrocchiali di Carpesica, Mareno di Piave, Colfosco, Mansuè, Cavalier e Gaiarine. Parecchi sono stati anche i lavori eseguiti nella natia Caneva: su tutti il controsoffitto della chiesa arcipretale, a rosoni e il completamento della torre campanaria, oltre alla realizzazione delle ville Pietranna (la sua abitazione), Lucchese, Chiaradia e dell’albergo Allegranzi. All’interno della stessa chiesa è conservato anche l’altorilievo della Madonna, copia fedele di quello che si trova sul Ponte di Rialto (Riva del Vin), a Venezia.L’architetto Domenico Rupolo muore a Caneva il 12 ottobre 1945, lasciando fra coloro che lo conoscevano un profondo rimpianto per una persona rimasta, comunque, sempre umile.Luciano Borin