Ceis assolto con formula piena
A Serravalle non ci furono trattamenti illeciti nell'accoglienza dei migranti
"Il fatto non sussiste”. Coop Integra e Ceis assolti con formula piena. È grande e legittima la soddisfazione di don Gigetto De Bortoli, presidente del Ceis, e dei quattro operatori della coop Integra, dopo sentenza emessa dal giudice Umberto Donà del Tribunale penale di Treviso di assoluzione piena dalle accuse di supposta mala gestione dei richiedenti asilo nell’ex convento dei padri Carmelitani di Serravalle.
Gli eventi sotto accusa erano del periodo agosto 2014-febbraio 2015, periodo rovente per urgenza, difficoltà di alloggio e necessità di accogliere il maggior numero possibile di persone che arrivavano non solo dal mare. «L’alternativa era lasciarli in strada – commenta don Gigetto – tant’è che la Prefettura chiese l’allestimento perfino di tende in uno dei cortili interni.
In quel periodo, alle porte del convento da una parte persone dei centri sociali protestavano dando risonanza alle lamentele degli ospitati (rimasti lì magari soltanto due-tre giorni), dall’altra gridavano gruppi, di colore opposto, lamentandosi che là non dovevano esserci immigrati. In mezzo, gli operatori, comprese le forze dell’ordine, che non sapevano che cosa fare con precisione, data l’emergenza e nel tentativo di applicare bene le regole degli appalti sottoscritti con la Prefettura e gestire gli ospiti».
Davanti alla documentazione reale e alle testimonianze non risultano maltrattamenti, non emerge violato alcun termine dell’appalto, i numeri sulle presenze risultano perfetti. Le verbalizzazioni non tennero nemmeno conto delle rispettive responsabilità, dato che gran parte delle dichiarazioni degli ospiti risultavano opposte a quelle di altri immigrati.
«Gli operatori hanno tirato finalmente un grande respiro di sollievo. Spesso infatti avevano assunto rischi e messo la loro anima a gestire le tensioni interne, che scoppiavano tra gli stessi ospiti. Etnie e paesi diversi, ondate di arrivo casuali, gente che non si fermava neppure un’ora, chi una notte, e chi se ne andava dopo qualche settimana. Chi non parlava nessuna delle lingue europee, i siriani che non ritenevano di dover stare in Italia, avendo riferimenti in Europa, già contattati in partenza dalle zone di guerra».
«Pur con la spada di Damocle di questa causa penale – che non doveva nemmeno essere fatta perché in essa non c’era motivazione – per quattro lunghi anni, l’attività d’accoglienza immigrati da parte di Integra e del Ceis è andata avanti ininterrotta, migliorando il servizio offerto».
E ora giustizia è fatta.
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