Falde. Arpav fa il punto
I livelli sono ancora al di sopra della norma.
Lo straordinario impulso idro-meteorologico che ha investito il Veneto a fine gennaio, con volumi di precipitazione superiori di un miliardo di metri cubi rispetto all’alluvione del 2010, ha determinato uno storico e generalizzato innalzamento della falda freatica che ha visto superare i massimi valori registrati in più di 35 anni di osservazione. I trend di crescita sono stati di elevata intensità, superiori anche a 50 cm al giorno, superando come valore assoluto di crescita in alcune aree +1,7 metri in pochi giorni, valore registrato a Cimadolmo. Particolarmente colpite da questo evento soprattutto le province di Treviso e Vicenza, in particolare i bacini dell’Astico e del Piave in cui la differenza delle medie mensili ha superato il rilevante valore del 140% con valori anche di oltre un metro rispetto ai già eccezionali livelli raggiunti nel 2010-2011.
Il fenomeno si è manifestato nella sua gravità nell’intera media pianura veneta centro-orientale da Caldogno (Vi) fino a Mareno di Piave, appena a monte della fascia delle risorgive e in altre particolari zone del Veneto come la media-bassa valle dell’Agno e il Quartiere del Piave. In questa fascia di territorio la falda freatica, con innalzamenti assoluti anche superiori di 2,5 metri dall’inizio dell’anno, ha raggiunto edifici e servizi interrati determinando infiltrazioni e allagamenti talora con danni anche gravi. I casi segnalati nella sola provincia di Treviso sono più di 800 e hanno visto l’intervento di team dell’Esercito, di numerose unità della Protezione civile.
Dall’inizio dell’evento il Servizio idrologico regionale di Arpav ha garantito, attraverso il Centro funzionale decentrato della Protezione civile, il necessario supporto conoscitivo agli enti interessati attivando un monitoraggio giornaliero dei livelli di falda nei comuni colpiti ancora in atto. Le ultime osservazioni in gran parte del territorio, pur registrando una lenta e graduale diminuzione, rilevano livelli freatici ancora eccezionalmente elevati, in molte aree ancora superiori ai massimi livelli raggiunti nell’evento del 2010-2011.
L’evoluzione idrologica attuale inoltre, senza considerare ulteriori eventi di precipitazione, è fortemente influenzata dell’abbondante copertura nevosa ancora presente in alta quota. Lo scioglimento nivale dell’imminente stagione primaverile, infatti, determinerà un progressivo aumento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua che, ritornando ad alimentare efficacemente le falde, potrà ritardare ulteriormente il lento calo dei livelli freatici registrati in questi ultimi giorni.
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