VENETO: puntiamo sui boschi per recuperare acqua
L’esempio viene dall’Alto Vicentino
“La Commissione agricoltura del Consiglio regionale del Veneto ha avuto modo di scoprire, grazie all’audizione della IPA Alto Vicentino, una alternativa straordinaria agli investimenti mastodontici per grandi bacini e laghetti. Infatti, grazie alla sperimentazione già avviata dal Consorzio Brenta e Veneto Agricoltura, è possibile conservare 1 milione di metri cubi di acqua all'anno, usando 1 solo ettaro di terreno e con un costo iniziale di soli 10-15.000 euro. Tutto questo è possibile creando delle aree forestali di infiltrazione nelle zone di alta pianura da quella veronese a quella del Piave: infatti, durante i periodi di piogge intense le aree forestali di infiltrazione riuscirebbero a raccogliere e conservare l'acqua che poi verrà piano piano assorbita e convogliata in falda”.
Lo riferisce la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) che spiega: “Ma dove reperire questi ettari? È semplice: si tratta infatti di proporre un’opportunità economica agli agricoltori, utilizzando il terreno che gli stessi mettono a disposizione; con un investimento totale di 1.5 milioni di euro per 50 ettari, IPA Alto Vicentino calcola di ricaricare in falda minimo 30 milioni/mc di acqua all'anno, creando un nuovo mercato per gli agricoltori che decidono di mettere a servizio i propri terreni. In questo senso, è da evidenziare quanto un solo bacino del c.d. Piano Marshall veneto contro la siccità, con un potenziale di accumulo di 6 milioni di metri cubi d’acqua, costi 7 milioni di euro. L’alternativa, in termini di costi/benefici, esiste ed è utilizzare il più grande bacino naturale che abbiamo, ossia la falda, in combinato con i soli bacini artificiali più essenziali: è la strada per rendere efficaci ma anche efficienti gli investimenti futuri”.
(foto pagina fb Veneto Agricoltura)
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