Il giornale del 15 marzo. Edizione digitale

Il mondo della scuola e le famiglie dei ragazzi che la frequentano guardano con fiducia e trepidazione all’operazione “Buona Scuola” del governo Renzi. Al di là della modalità con cui la riforma possa essere attuata – disegno di legge e/o decreti poco cambia, l’importante è che si approdi ad un cambiamento effettivo in tempi accettabili – tutti sono consapevoli della necessità di una scuola italiana migliore.

A proposito della Buona Scuola è forse più corretto parlare, più che di una riforma toutcourt, di un aggiustamento, di un tentativo di rimediare a varie storture ed anomalie della scuola italiana, accumulatesi nel tempo in seguito ad errori ed omissioni di quanti si sono susseguiti nella “stanza dei bottoni” negli ultimi decenni. L’ampio coinvolgimento avvenuto per la definizione dei contenuti della Buona Scuola è stato positivo ed ha fatto emergere una moltitudine di aspetti e problemi su cui occorre intervenire.

Tra questi ci sono alcune cose che paiono indispensabili e precedenti ad ogni altro ragionamento sulla didattica, sull’organizzazione degli istituti scolastici, sui rapporti con le famiglie, con il mondo esterno. Abbiamo interpellato alcuni operatori della scuola per provare a individuare con loro alcuni di questi bisogni concreti e basilari… Con la speranza che non ci si trovi tra qualche mese a sentir parlare di scuole dove i genitori devono provvedere all’acquisto della carta per le fotocopie o dei detersivi per le pulizie…

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