Il giornale del 30 ottobre. Edizione digitale
Giovani e poveri.
Il Rapporto sulla povertà della Caritas italiana pubblicato nei giorni scorsi, il Rapporto Annuale dell’Istat e una recentissima indagine dell’Eurostat confermano che in Italia per le giovani generazioni sono tempi duri. Per loro, dopo il diploma o la laurea, non ci sono certezze né di un lavoro dignitoso né di spazi e riconoscimenti adeguati alle loro potenzialità. Per tanti di essi, da anni ormai, lavoro è sinonimo di precariato, incertezza e sfruttamento. Per loro le prospettive sono il più delle volte corte, con lavori temporanei, stage, part time, magari rimbalzando più volte da un lavoro ad un altro. E si devono accontentare di essere pagati con voucher, o comunque con stipendi da 500- 800 euro, che non permettono né autonomia né programmi per il futuro. I cosiddetti “Millennials” sono tra quelli che pagano in modo più pesante le difficoltà del mercato del lavoro, che taglia posizioni soprattutto tra i più giovani, non garantisce stabilità e penalizza le retribuzioni. Così tutto viene spostato in avanti, sperando in tempi migliori: la scelta di lasciare la casa dei genitori e di iniziare una vita a due, la scelta di mettere al mondo un figlio... Così accanto agli anziani che, con pensioni da 500 euro al mese, sono costretti a tirare la cinghia e a risparmiare su tutto, anche su medicine e cure mediche, sono in ginocchio anche i giovani, con l’aggravante che in questo modo si impedisce loro di fare strada, di essere pronti a prendere il posto che a loro spetta, dentro le realtà economico-produttive e in ogni ambito della società civile. FP
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