LEGNO-ARREDO: alluminio (+32%), acciaio (+31%), plastiche (+22%), legname di conifera (+6%)
Minetto: «Bisogna essere flessibili. Chiediamo più produzione nazionale di legno e strumenti di tutela»
“Siamo reduci da un Salone del Mobile di grande successo e partecipazione, e la presenza di operatori internazionali. Una ripartenza dopo due anni, a conferma della forza del nostro primato nel design e arredo made in Italy. Un’occasione anche per guardare alle emergenze che il nostro settore sta attraversando, a partire dalla disponibilità e dal balzo dei prezzi delle materie prime”, così Barbara Minetto Presidente Gruppo Legno-Arredamento
Se al Salone i contatti e gli ordini sono stati significativi, tra gli operatori tutto lascia pensare che gli effetti di caro energia e materie prime, conflitto in Ucraina e sanzioni alla Russia continueranno a farsi sentire fino al 2023. E che quindi sia necessario adottare adeguate contromisure per far fronte al trend rialzista del mercato e alle difficoltà nel reperimento dei materiali. Il Gruppo Legno-Arredamento di Assindustria Venetocentro, che con 251 aziende rappresenta il secondo gruppo manifatturiero dell’associazione, nei giorni scorsi ha fatto il punto della situazione e condiviso una sorta di vademecum anti-crisi, nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di Paolo Fantoni, Vicepresidente Federlegno Arredo e Presidente Assopannelli.
Proprio Paolo Fantoni si era fatto portavoce, con le altre associazioni europee di settore, della richiesta di bloccare l’export di tronchi fuori dall’Unione. E il Presidente di Federlegno Claudio Feltrin sta portando avanti un’iniziativa per valorizzare la produzione nazionale di legname con politiche forestali adeguate.
Nell’incontro di Assindustria Venetocentro a Palazzo Giacomelli i dati e le previsioni sui prezzi delle commodity nelle filiere costruzioni e legno-plastica sono stati illustrati da Giuseppe Schirone di Prometeia con il supporto di APPIA, la piattaforma messa a disposizione da Assindustria Venetocentro alle imprese associate: da gennaio 2021 ad aprile 2022 i rialzi più eclatanti hanno riguardato gas naturale (+393,9%), energia elettrica (+305,2%), petrolio (+115,8%) e acciaio inox (108,5%).
I prezzi del legname di conifera, in rialzo del +6% anche nel 2022 dopo la quotazione record (+84%) del 2021, saranno in graduale aumento fino all’estate e si manterranno su livelli storicamente elevati, nonostante una flessione del -12% nel 2023. L’indice dei prezzi delle plastiche (+22,1% nel 2022), pur calando del -18% nel 2023, continuerà a fluttuare su livelli elevati. Il prezzo dell’alluminio (+32% nel 2022) è destinato a scendere del -5%, un rientro di entità molto contenuta che manterrà le quotazioni a un livello mai visto in passato. E anche per l’acciaio (+31% nel 2022), la tendenza al ribasso (-23% per i prodotti piani e -27% per quelli lunghi) non impedirà ai prezzi di rimanere sopra la media anche l’anno prossimo.
A questa situazione si aggiungono le difficoltà commerciali generate dalle sanzioni alla Russia. Enea Fochesato, Studio Legale Fochesato - Jus&Trade, ha ricordato che per i prodotti del settore legno non c’è un generale divieto di esportazione in Russia, tranne qualche eccezione come per i beni di lusso. Data la situazione in continua evoluzione, occorre adottare un approccio basato sulla massima cautela e sul contenimento del rischio. Questo vuol dire verificare che la controparte commerciale non sia compresa negli elenchi dei soggetti sottoposti a misure restrittive, verificare che i propri prodotti non siano soggetti a divieti specifici e fare attenzione alle sanzioni russe di ritorsione a quelle Ue.
«Prima della crisi gas ed energia incidevano sul conto economico delle imprese per il 12%, oggi per il 60-70% - ha dichiarato Paolo Fantoni - Gli effetti delle sanzioni sono ancora parzialmente visibili perché i contratti stipulati prima del 22 febbraio hanno diritto ad essere esauriti fino al 4 giugno, dopo ci sarà uno stop all’export di legno dalla Russia all’Ue che vale 10 milioni di metri cubi all’anno. Intanto il mercato ha già dimezzato la quota destinata all’export (dal 25% al 12%). Una strategia può essere quella di dire no a nuovi clienti per premiare quelli fedeli. E no a canali paralleli».
«Stiamo attraversando una fase difficile, ben diversa dalle fasi di crisi/ripresa che si alternavano in passato, e naturalmente c’è motivo di preoccupazione e di incertezza, che rendono difficile la programmazione del nostro lavoro – conclude Barbara Minetto (nella foto) - Va però
riconosciuto che le nostre imprese hanno sviluppato da sempre una capacità di essere flessibili e di sapersi riorganizzare e di saper puntare su driver fondamentali come la sostenibilità. Dobbiamo essere attenti all’evolversi della situazione, adottare strumenti nuovi e programmare nuovi investimenti, che ci rendano ancora più resilienti. Dobbiamo chiedere come ha fatto Federlegno di promuovere le filiere industriali e la produzione nazionale di legno, considerato il contributo dell’industria del legno-arredo al Pil nazionale, con un fatturato di quasi 50 miliardi di euro nel 2021, migliaia di posti di lavoro, e oltre 18 miliardi di valore delle esportazioni. Dobbiamo avere adeguati strumenti di tutela e garanzia sugli effetti del conflitto e delle misure che sono adottate a livello nazionale ed europeo. Dobbiamo infine continuare a guardare al futuro, consapevoli della forza riconosciuta delle nostre aziende».
(comunicato stampa)
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