La Quaresima è ancora un “tempo forte”?
Ne parliamo nel "Primo Piano" de L'Azione in edicola.
La Quaresima è ancora un “tempo forte”? Dando uno sguardo alla vita delle nostre comunità parrocchiali, l’impressione che si riceve non sembra proprio questa. Con rapidità riti e segni caratteristici del tempo quaresimale stanno perdendo la propria forza di attrazione. Le “via crucis”, la celebrazione del sacramento della confessione, i momenti di catechesi, la celebrazione eucaristica… tutto appare in cambiamento e meno partecipato di solo qualche decennio fa.
Segno di una secolarizzazione che impietosamente avanza e di un “cambiamento d’epoca” che chiede una profonda conversione della pastorale, come sostiene don Armando Matteo nella sua analisi dell’attuale situazione ecclesiale? Oppure – per dirla come padre Giancarlo Bruni – quello che stiamo attraversando è un tempo propizio in cui dobbiamo “prendere le distanze da dottrine, riti e apparati che non trasmettono più nulla” per ritornare all’essenziale, cioè a salvare per noi e per il mondo la memoria di Cristo e dell’uomo? La Quaresima allora non è semplicemente un tempo liturgico ma diviene il simbolo dell’epoca che stiamo attraversando.
Ora ai cristiani – tanti o pochi che siano – è chiesto di riscoprire la virtù della sobrietà, che secondo Luigina Posocco consiste soprattutto nel “cercare Gesù e la Sua Parola di vita” e nell’accompagnare fraternamente l’umanità di oggi. Forse quello che ci attende “sarà un processo lungo ma quando tutto il travaglio sarà passato – parola di Ratzinger, giovane teologo, del 1969 – emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata”. Di questo parliamo nel Primo Piano dell'Azione di domenica 26 marzo.
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