Lettera a San Valentino
La riflessione di Stefano e Maria Laura.
Caro San Valentino, non tutti sanno davvero chi sei stato. Non tutti sanno che eri un vescovo romano martirizzato perché dedito alla comunità cristiana della città di Terni, luogo in cui infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù. Non tutti sanno che sei stato il primo religioso a celebrare l'unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana, e che proprio per questo sei diventato il protettore dell'amore in tutto il mondo. Non tutti sono a conoscenza di uno dei racconti più famosi che ti riguardano, ovvero che un giorno, vicino al tuo giardino, andasti incontro a due fidanzati che stavano litigando, porgesti loro una rosa e li pregasti di riconciliarsi stringendo il gambo della stessa, per pregare il Signore che niente mai pungesse o ferisse un amore destinato a durare per sempre.
Chissà quante persone, oggi, ti conoscono davvero. Chissà quante persone, oggi, decidono ancora di chiedere il tuoi aiuto. Noi, ad esempio, non ci siamo mai chiesti che tipo di ruolo potessi ricoprire nella nostra vita. Fino ad ora ci siamo ricordati di te solo il 14 febbraio di ogni anno, celebrandoti con qualche cioccolatino e qualche fiore. Fino ad ora eri solo parte di uno slogan pubblicitario che ci ricordava di prenderci cura l'uno dell'altro con piccoli pensieri, atti a coccolarci e a viziarci a vicenda. Fino ad ora eri il simbolo di un giorno "straordinario" che interveniva a spezzare un ritmo settimanale del tutto ordinario.
Per fortuna, però, poco a poco abbiamo aperto gli occhi... Sì, perché oggi possiamo dire di averti conosciuto realmente, caro Santo, e siamo desiderosi di parlarti, di chiederti aiuto, affinché anche noi, come quei due innamorati, non ci stanchiamo mai di riconciliarci nonostante le spine di questa meravigliosa rosa che teniamo tra le mani. Ma non solo. Siamo qui per chiederti il permesso di fare da apripista anche a tutte le giovani coppie che desiderano vivere lo "straordinario” tutti i giorni, non solo una volta l'anno. Perché sai bene che è solo nell'ordinario, giorno dopo giorno, che possiamo crescere. Aiutaci a ricordarci, d'ora in poi, che il 14 febbraio non è "La festa degli innamorati", un qualcosa di lontano dalle fatiche quotidiane che una coppia è destinata a vivere. No.
La giornata di San Valentino è un campanello risveglia cuori, nato per suggerire a tutti coloro che lo vivranno che se non è San Valentino tutti i giorni, allora non lo sarà davvero mai.
Stefano e Maria Laura
marialaurabrunello@yahoo.it
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