Naam, musica di un “ritorno” a Dio
Un nuovo, originale gruppo musicale canta "Perchè".
«Ogni volta che vado lontano poi torno da Te», intona il ritornello del loro primo singolo. E in effetti, per Matteo, Sebastiano, Luca e Stefano è sempre stato così. Caratteri differenti, lavori diversi, origini e storie personali agli opposti, ma uno stesso identico “moto” a cullare la loro vita (come pure quella di ciascun uomo): per ogni allontanamento vissuto, un faticoso, ma desiderato tentativo di “ritorno” a Dio. Una consapevolezza non da poco da voler condividere con chi ascolterà “Perché”. Uscita lo scorso 31 dicembre sul canale You- Tube della band, la canzone non pone domande, ma trasforma in ritmo e musica la difficoltà, ma anche tutta la bellezza di ogni sforzo di riavvicinamento al “divino”.
I Naam – così hanno deciso di chiamarsi i quattro musicisti: Matteo Carniato di Treviso, Sebastiano Pegorer di Silea, Luca Carniato di Carbonera e Stefano Dal Gallo di Vidor – ne sanno qualcosa. I progetti musicali ai quali avevano precedentemente aderito li avevano allontanati da un modo più profondo di fare musica.
Tre anni fa, però, la precisione tecnica di esecuzione delle note si era rivelata insufficiente per riempire loro la vita, non solo dal punto di vista musicale. In qualche modo, Dio ha dato loro la possibilità di farli “ritornare” a sé coinvolgendoli in un nuovo, importante inizio. «Volevo che la musica ricominciasse a donare un senso al contenuto dei testi che andavo a scrivere – spiega Matteo Carniato, cantante e autore delle canzoni del gruppo –, così ho deciso di assecondare quel desiderio improvviso. Dopo due anni di blocco, nei quali buttavo giù qualche riga senza mai portarla concretamente a termine, il primo testo l’ho scritto in chiesa. Da lì a due settimane avevo concluso quasi tutte le canzoni che ora suono con i miei compagni».
Ed ecco nascere i Naam, il cui nome, in una delle lingue africane, ricorda la medesima esigenza di “ritornare” a dare un significato nuovo, più puro alle cose. Ed ecco, in aggiunta, Dio, soprannominato simpaticamente “il Mister” dai quattro giovani – quasi fosse considerato un quinto, immancabile, componente del progetto – il cui richiamo al “riavvicinamento” ha portato ognuno di loro a vivere, in forma diversa, questa consapevolezza. Con la sola differenza di potersela gustare, da oggi in poi, in note musicali e “amicizia”, l’uno con l’altro, mano nella mano.
Maria Laura Brunello
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