Oggi la Giornata mondiale contro la schiavitù infantile
Sono 152 milioni i minori vittime delle nuove forme di schiavitù nel mondo
Sono 152 milioni i minori vittime delle nuove forme di schiavitù nel mondo, di cui 72,1 milioni in Africa, il continente più colpito dal fenomeno. 300mila si stimano in Italia i minori coinvolti. Nel mondo, una vittima su quattro di schiavitù moderna è un bambino. A livello globale, quasi un bambino su dieci deve lavorare invece di andare a scuola.
I dati, che vanno ricordati in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro la schiavitù dei bambini, sono tratti dall’Organizzazione mondiale del lavoro (Oil). 25 anni sono passati dalla sua istituzione, eppure nonostante i milioni di minori coinvolti questa ricorrenza sta passando anche quest’anno in sordina.
Il 16 aprile in tutto il mondo si celebra questa Giornata mondiale di riflessione sul lavoro minorile, vietato da più di un secolo ma ancor oggi praticato. Venne istituita nel 1995 dopo la morte di Iqbal Masih, un bambino pakistano di dodici anni operaio tessile, attivista e simbolo della lotta contro il lavoro minorile… di bambini che lottano per i diritti fondamentali non ci sono solo quelli impegnati per l’ambiente. Iqbal iniziò a lavorare a sei anni per contribuire ai bisogni della famiglia: incatenato ad un telaio, lavorava per 12 ore al giorno, 7 giorni alla settimana.
Fuggito a questa forma di moderna schiavitù, Iqbal Masih cominciò a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani e di tutto il pianeta.
Morì in circostanze rimaste ancora oggi poco chiare e contraddittorie, il 16 aprile 1995, il giorno di Pasqua. Secondo alcuni era diventato una scomoda voce di denuncia delle grosse industrie tessili del Pakistan e di tutte quelle che basano i propri profitti sullo sfruttamento del lavoro minorile.
Il lavoro minorile non è però l’unica forma di schiavitù, che comprende anche lo sfruttamento sessuale, lo sfruttamento domestico, la tratta di minori che poi saranno venduti per finire in miniere, in fattorie agricole o piantagioni, in luoghi turistici, bar, fabbriche, per strada a fare in mendicanti, nella pornografia, nei traffici di droga, o ancora nelle milizie armate come bambini soldato (Yemen, Etiopia, Congo). Anche i matrimoni precoci sono considerati una forma di moderna schiavitù.
La maggior parte dei bambini lavoratori si trova in Africa, dove si stima che circa il 20% dei minori lavora e non va a scuola. La maggior parte dei bambini che lavorano proviene da ambienti poveri. Aiutano così le loro famiglie a soddisfare i propri bisogni. La lotta al lavoro e allo sfruttamento minorile passa pertanto anche dalla lotta alla povertà.
Enrico Vendrame
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento