Omaggio a don Milani
Grazie, papa Francesco!
Questo mio è solo un tentativo maldestro per sdebitarmi verso don Lorenzo, che ho più ammirato che seguito, più nominato che capito. Ma è sempre una bella avventura con un fratello prete nella stessa Chiesa. Grazie, Papa Francesco, per il gesto coraggioso di schietto riconoscimento e profonda riconoscenza offerto alla memoria di Don Milani. Scorgo in questa decisione un segno profetico luminoso dei tempi nuovi, che sempre la Chiesa cerca di annunciare all’umanità. La fedeltà creativa di Don Lorenzo a Cristo e alla Chiesa riceve finalmente un sigillo autorevole e indiscutibile, superando le tante quisquiglie sulla figura di questo testimone scomodo, basate su elementi superficiali… Per Don Lorenzo il Vangelo era (e doveva essere) il sale e lievito di ogni creazione umana e, simultaneamente, il criterio discriminante: la luce, per valutare le autentiche realizzazioni al di sopra delle etichette religiose, sociali, ideologiche, politiche e culturali. è la biblica spada a doppio taglio (Eb 4,12; Apc 1,16;2,12).Riconosco di aver a volte tentato di imitare (o forse scimmiottare) la franchezza popolare e toscana di Don Lorenzo senza la sua carica umana e il suo spessore culturale, ma, soprattutto, senza il carisma profetico attinto alle radici bibliche che sosteneva il suo impegno concreto per il Regno che comincia “in mezzo a voi” (Mt 18,20). Ciò che affascina ed insieme impressiona è la coerenza radicale e la sua scelta preferenziale per i poveri. La motivazione che mi pare abbia sempre ispirato la relazione del convertito della ricca famiglia dei Milani con il popolo sono le parole di Gesù: “I poveri li avete sempre con voi” (Mt 26,11), illuminate dalla prima e fondamentale beatitudine: Beati i poveri. Ha vissuto e diffuso il valore biblico-cristiano della povertà, come capacità simbolica di unire in sé varie dimensioni, generando la rivoluzione permanente del Vangelo. Con questa prospettiva il giovane prete Lorenzo, in tutti i suoi impegni pastorali, si sforzò al massimo per dare un’educazione integrale, personale e comunitaria, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini (secondo la felice espressione fatta propria da Paolo VI), partendo dalle reali condizioni di vita, con una coerenza e determinazione che ha dell’eroico. Radicalità evangelica che gli conferiva l’autorevolezza di denunciare con forza la perversità dei meccanismi socio-culturali che producono emarginazione e povertà, ignoranza e malattia, senza paura di scontrarsi con le accomodazioni al sistema dominante. Per Don Milani non esistono enti o individui privilegiati, ma solo la suprema dignità divina di ogni essere umano. Per questo non solo rifiutava di essere aggregato a schieramenti politici e ideologici - e reagiva violentemente quando qualcuno tentava di affibbiargli qualsiasi etichettatura - ma soprattutto dimostrava che la sua prassi non si lasciava ingabbiare dai soliti schemi. Mi pare che Don Lorenzo assomigli per vari aspetti al profeta Geremia, soprattutto nel testimoniare il primato di Dio e nel denunciare le tante illusioni nei quali troppi pongono la loro fiducia: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo” (Ger 17,5), arrischiando l’incomprensione e il rigetto.In Don Lorenzo scorgo la freschezza del vino nuovo e frizzante che esige otri nuovi (cioè condizioni di vita, istituzioni e strutture radicalmente nuove), altrimenti si perdono sia il vino che gli otri (Mc 2,22). è lo stesso lievito evangelico che a Barbiana o nel mondo intero fermenta tutta la massa, sempre attivo e trasformante nel micro e nel macrocosmo. Il pensare globalmente è intrinseco alla mentalità cristiana, mentre la responsabilità e l’agire possono assumere diverse ampiezze, ma sempre nell’unica prospettiva del Regno di Dio… Oserei dire che la Scuola di Barbiana è fonte di ispirazione e punto di riferimento delle Scuole Agro-ecologiche, che seguo in Brasile...Credo che il metodo del nostro Don Lorenzo sia sempre valido: la lettura speculare della Bibbia e del giornale. Il giornale si è diversificato, digitalizzato e globalizzato con i media e tanti strumenti. Come leggere le innumerevoli rappresentazioni, divulgazioni, illusioni e contraffazioni penetrando oltre le apparenze per cogliere la Vita reale alla luce della Parola, che è il Cristo vivente nella Chiesa? Nel labirinto del mondo in cui viviamo abbiamo sempre più bisogno della luce dello Spirito per illuminarci e della sua energia divina per costruire la civiltà dell’amore, alternativa al mondo, ossia al sistema dominante. I profeti della statura di Don Lorenzo sono le sentinelle che anche nella notte più buia orientano verso il mattino gli altri profeti, ed in particolare i battezzati, chiamati da Cristo stesso a dare ciascuno il proprio contributo alla trasformazione del mondo, agendo qui e ora. Piccolo o grande, importante è unire le nostre forze di figli e figlie della luce per testimoniare Cristo, luce del mondo…Don Domenico Salvador
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